Domenica 20 ottobre, Giornata Missionaria Mondiale, durante la celebrazione del Sinodo dei Vescovi sulla Sinodalità, saranno canonizzati i martiri francescani di Damasco: Manuel Ruiz López e sette compagni dell’Ordine dei Frati Minori, inseriti nel contesto della Custodia di Terra Santa. Questi martiri erano già stati beatificati da Pio XI nel 1926.
Da secoli i Frati Minori sono presenti in Terra Santa, luoghi che sono stati e sono ancora la «perenne memoria» delle orme del Verbo di Dio fatto carne che «venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14), uomo tra gli uomini.
Terra Santa. San Francesco è il primo fondatore di un Ordine che parla, nella Regola, di missioni tra gli infedeli. Prima di proseguire l’esposizione è bene fare una distinzione tra Terra Santa e Custodia di Terra Santa. Con la parola Terra Santa sono indicati i luoghi della Palestina resi sacri dalla vita, dalla predicazione e dalla passione di Gesù Cristo. In quella terra San Francesco con alcuni frati furono già presenti nel 1217 e vi rimasero sino ai giorni nostri. Con le parole Custodia di Terra Santa, invece, intendiamo la Provincia francescana del Medio Oriente comprensiva di Israele, Siria, Giordania, Libano, Cipro e Rodi. I Frati Minori, martirizzati lungo i secoli nella Custodia, forse raggiungono il centinaio.
Otto martiri. Veniamo, ora, agli otto martiri di Damasco: fr. Manuel Ruiz López (spagnolo), superiore del convento di San Paolo a Damasco, fr. Carmelo Bolta Bañuls (spagnolo) parroco e insegnante di lingua araba, fr. Engelbert Kolland (austriaco), vicario parrocchiale, fr. Nicanor Ascanio Soria (spagnolo), sacerdote, fr. Nicolás María Alberca Torres (spagnolo), sacerdote, fr. Pedro Nolasco Soler Méndez, (spagnolo), sacerdote, fr. Francisco Pinazo Peñalver (spagnolo), fratello laico e fr. Juan Jacob Fernández (spagnolo), fratello laico.
Questi otto Frati Minori furono uccisi tutti in odio alla fede.
Storiografia. Da ciò che propone la storiografia di oltre due secoli, nella notte fra il 9 e il 10 luglio 1860 un commando di Drusi Sciiti, provenienti dal Libano e diretti in Siria, irruppero forzatamente e con estrema violenza all’interno del convento francescano e della chiesa francescana di San Paolo. Quella sera si erano attardati nel convento anche tre fedeli laici, cristiani maroniti, fratelli fra loro, anch’essi poi barbaramente uccisi. Tutti furono massacrati all’interno del convento, mentre Manuel Ruiz López, il guardiano, al momento dell’irruzione, corse immediatamente nella chiesa parrocchiale per prelevare dal tabernacolo l’Eucaristia e consumarla, per non esporla alla profanazione. I Drusi si accorsero della fuga del padre guardiano: lo raggiunsero e lo afferrarono mentre ancora era sull’altare. Il frate cercò di difendersi, ma lo immobilizzarono e quando gli fu ordinato di convertirsi all’Islam rispose: “Sono cristiano e morirò da cristiano”. Fu assassinato ai piedi dell’altare.