Aurora Domenicucci è nata nel 2008 ad Urbino. Vive a Pesaro e frequenta il Liceo Scientifico Marconi. Affascinata sin da bambina dalla letteratura, all’età di 15 anni pubblica il suo primo romanzo: “Andromeda”.
Il tuo romanzo ‘Andromeda’ è stato inserito dalla sua casa editrice ‘Therapeia’ nella collana ‘Ribelli creativi’: ti senti così?
Inizialmente non riuscivo ad identificarmi nell’appellativo di “ribelle creativa” ma ora, pensandoci, sì, posso definirmi tale. Ribelle non di certo a causa della mia quasi inesistente fama nella trasgressione delle regole, ma più nel modo di pensare e di vivere rispetto ad altri ragazzi della mia età. Creativa perché non smetto mai di immaginare e creare nuove storie!
Da dove nasce il desiderio di mettere su carta i tuoi pensieri, cosa maggiormente ti ha ispirata?
In realtà è da sempre che scrivo storie. Fin da piccola, riempivo le pagine dei quaderni con brevi narrazioni e mie riflessioni personali. Penso che nessuno di noi riesca ad aprirsi completamente con un’altra persona, o almeno io, per la paura di annoiare chi ho di fronte, non ci riesco se non scrivendo. “La carta è più paziente degli uomini” così diceva Anna Frank, e io sono totalmente d’accordo. Ciò che mi ha ispirata sui contenuti della storia è stata una serie di lezioni di vela che aveva organizzato la mia scuola media. È lì che ho imparato termini come “orzare” e “poggiare”.
In tempi di comunicazione digitale esasperata e assai sintetica, cosa rappresenta un romanzo, prendersi cioè del tempo per approfondire e scrivere tante parole?
Scrivere un romanzo rappresenta quasi una lunga pausa, un lungo respiro in questo mondo frenetico. Significa sapersi ascoltare, cercare di trovare con cura le parole giuste e potersi raccontare al lettore. Inoltre, prima di prendersi del tempo per scrivere, penso sia necessario prendersi del tempo per guardarsi attorno. Fermarsi e guardare un tramonto e magari lasciarsi ispirare da esso. Essendo io stessa abituata alla velocità e alla conseguente frenesia che il mondo di oggi ci infonde, con la tecnologia e la digitalizzazione, ho reimparato ad essere paziente.
La fantasia può aiutare a vivere meglio la quotidianità?
Assolutamente sì. È un elemento fondamentale persino per i matematici e i fisici. Lo stesso Einstein diceva che, mentre la logica ti porta da “A” a “B”, l’immaginazione ti porta dappertutto. È il primo passo per creare qualcosa di unico. Come ogni cosa però, non bisogna lasciare che prendi il sopravvento e che ci faccia completamente dimenticare di vivere la realtà.
Il romanzo “Andromeda. La costellazione poco più a nord di Pegaso” di Aurora Domenicucci verrà presentato alla Biblioteca San Giovanni martedì 16 luglio alle ore 17.30. Saranno presenti oltre all’autrice anche Stefania Campanelli, Editore Therapeia Edizioni. Modera Giancarlo Trapanese, scrittore e giornalista con letture a cura di Alessandra Carpineti.