In genere, tre elementi, sono costitutivi di un giubileo: il pellegrinaggio, l’apertura della porta santa e il messaggio portante. Il pellegrinaggio giubilare richiama la conversione, il cambiamento della propria vita per orientarla verso una nuova esperienza evangelica, ma anche l’infinita misericordia di Dio. La porta santa di solito è la prima Porta ad essere aperta e il gesto segna l’inizio dell’Anno Santo che si apre: è l’abbraccio che ci offre il Signore, è il figlio che ritorna al padre misericordioso, mentre il padre spalanca la porta per accoglierlo. Il messaggio portante del Giubileo 2025, proposto e ripreso da Papa Francesco dalla Lettera di san Paolo ai Romani (5,5), è: «Spes non confundit», che tradotto diventa «La speranza non delude». In altre parole: dobbiamo iniziare il nostro cammino al passo della speranza. Papa Francesco attraverso la Bolla di indizione del giubileo propone delle tappe, delle scansioni nel peregrinare verso la meta:
- una parola di speranza. Sono parecchi gli spunti di riflessione che san Paolo ci propone nella Lettera ai Romani, sostenendo che la speranza nasce ed è fondata sull’amore di Cristo verso l’uomo, ed è lo Spirito Santo, sempre presente nella Chiesa, ad irradiare nei credenti questa luce
- un cammino di speranza. È da tener presente che già nel passato erano, e ancora sono presenti, degli eventi di grazia: si va dalla Perdonanza celestiniana de l’Aquila all’indulgenza richiesta da san Francesco ad Onorio III, così dicasi per il pellegrinaggio a Santiago di Compostela. Il pellegrinaggio è sempre presente in ogni evento giubilare
- segni di speranza. Oltre ad attingere speranza nella grazia di Dio, siamo chiamati a riscoprirla anche nei segni dei tempi, poiché non tutto è male quello che ci circonda, ma è presente tanto bene anche tra noi
- appelli per la speranza. Si auspica che in questo mondo finalmente ci sia un’equa distribuzione dei beni di questa terra, che i ricchi aiutino i poveri, poiché ancora c’è gente che manca di acqua, di cibo.
- ancorati nella speranza. La speranza insieme alla fede e alla carità fa parte delle virtù teologali. San Paolo, nella Lettera ai Romani, ci invita ad essere «lieti nella sofferenza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera». L’indulgenza ci permetterà di scoprire e di godere dell’infinita misericordia di Dio.