La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. (Gv 20,19-20).
Carissime e carissimi, la pace sia con voi! Giunga a tutti il nostro saluto con le parole stesse di Gesù risorto, nostra speranza e nostra vita. Egli possa passare oltre le porte chiuse delle nostre paure alimentate da tutto ciò che ai nostri giorni avvertiamo come minaccia. Le notizie e le immagini in diretta dai plurimi scenari di guerra, le storie quotidiane di folle violenza, le incerte sorti future delle nuove generazioni, il declino demografico del nostro occidente, le masse di popolazioni povere e affamate che bussano alle nostre porte, il cambiamento climatico e le minacce di eventi estremi, tutto sembra contribuire all’addensarsi di nubi cupe e minacciose sulle nostre vite e sul futuro dell’umanità. In questo scenario la Pasqua ci ricorda che Gesù non è estraneo, ma sta in mezzo a noi e dice: “Pace a voi!”. E mostra i segni della Passione che sono testimonianza della vita donata e offerta per amore sul legno della croce, l’unica via per spezzare le catene della violenza, per “fare” pace e per rendere presente nel mondo il Regno di Dio. Gesù crocifisso e risorto, come già agli apostoli, affida a noi la missione di andare per portare la sua pace nel mondo intero, cominciando da casa. L’atteggiamento di sapore evangelico che ci deve guidare lo descrive bene Marco Erba, scrittore e insegnante: “Possiamo vivere tenendo le braccia chiuse al mondo per difenderci: saremo più protetti, ma resteremo soli. Oppure possiamo vivere con le braccia spalancate: rischieremo di essere feriti più facilmente, ma ci ritroveremmo più spesso stretti in un abbraccio”.
Lasciamo dunque che la Pasqua scardini le porte chiuse del nostro cuore e ci spalanchi le braccia incontro a Cristo e ai fratelli, soprattutto ai più bisognosi. L’arte cristiana, fin dall’antichità, raffigura il Signore crocifisso-risorto con i segni della passione e, ai suoi piedi, il teschio e le ossa di Adamo, a cui ridona il soffio di vita. Il Signore risorto porta impresse su di sé le ferite dell’umanità, anche quelle di oggi, per guarirle (“dalle sue piaghe siete stati guariti”, 1Pt 2,24) e trasformare la tristezza in gioia, la paura in coraggio, la delusione in speranza, l’odio in amore, la morte in vita. Il Vangelo è “buona notizia”. La Pasqua è la più bella notizia di tutti i tempi! E allora gridiamo a tutti, con la vita più che a parole: “Cristo è Risorto! È veramente risorto, alleluia!”.