Nell’affollata Sala del consiglio comunale è stato presentato il libro “Don Raffaele Mazzoli. Poesie, pensieri, disegni”, in occasione dei cento anni dalla sua nascita. Un libro voluto dalla sua famiglia, dagli amati nipoti, e realizzato in collaborazione con Il Nuovo Amico, che nasce per ricordare Don Mazzoli sacerdote, giornalista, uomo dalle mille sfaccettature.
Questo libretto racchiude solo una piccola parte della sua grande produzione perché ogni foglio bianco, biglietto, pezzo di carta, diventava buono per riempirlo delle sue parole, riflessioni, paesaggi e volti… “Don Nello, così il suo nome all’anagrafe – ricorda il nipote Valerio – solo con il Battesimo divenuto Raffaele, è stato un secondo padre per noi”. Una infanzia difficile –spiega Ernesto Preziosi – quella del piccolo Raffaele, attraversata da dolorose vicende familiari: la morte precoce del padre e anche quella dell’uomo sposato dalla madre in seconde nozze. Una giovane donna e due bambini piccoli, dal secondo matrimonio era nato un fratellino, una piccola famiglia che si sosteneva grazie al lavoro della madre. Per la sua intelligenza e curiosità, grazie ad un benefattore, Don Mazzoli venne avviato al seminario, lontano dalla famiglia e questo gli pesava molto. Il 29 dicembre 1946 venne ordinato sacerdote (lo rimarrà per 73 anni), gli fu affidata la parrocchia di Santa Maria delle Fabbrecce. Pur essendosi formato prima del Concilio Vaticano II, dimostrò di averne raccolto i segni facendo crescere, santificare e governare il proprio gregge, e questo fino all’ultimo quando era parroco a Granarola. Gli piaceva discutere su temi importanti, talora per il gusto di polemizzare e di essere ‘bastian contrario’, ma sempre in dialogo con tutti. Non si spaventò delle novità cui si andava incontro come una primavera a lungo attesa: il Concilio Vaticano II esortava ad andare incontro ad un’umanità che cambiava.
Ed ecco, ad esempio, i cineforum: non occasione di intrattenimento ma fatto culturale. Su invito di monsignor Borromeo affianca Don Bacchiani nella gestione della Pontificia Opera Assistenza (POA) con la casa per ferie a Pozza di Fassa e la mensa ODA rivelandosi buon amministratore e servendosi anche di quelle realtà per realizzare una catechesi occasionale. Il Vescovo Michetti lo esorta a migliorare l’Amico, il giornale diocesano, puntando all’unione tra le tre diocesi, ‘profezia’ che nel tempo puntualmente si avvera con Il Nuovo Amico. Era un validissimo giornalista ma rimaneva un prete, sempre pronto ad ascoltare i poveri che bussavano alla sua porta. A questo proposito Grazia Calegari ricorda come oltre a persone che cercavano il suo aiuto spirituale e materiale, al suo studio in redazione salivano artisti come Gallucci, Wildi, Baratti, Fiorucci e tanti altri che volevano parlare con lui, confidarsi, dando vita ad un vero e proprio cenacolo artistico. Fu lui ad organizzare a Pesaro nel 1974 la prima mostra di arte antica di Giannandrea Lazzarini, con opere scelte da lui e dalla stessa Calegari. Con spirito pratico e intento provocatore considerava Lazzarini ingiustamente dimenticato. Come Rettore dell’Oratorio del Nome di Dio, in occasione della pubblicazione nel 1989 del libro della Calegari, un’altra provocazione: quella di aprire un museo visitabile con il materiale e gli oggetti della omonima confraternita che per lui rappresentavano una enorme manifestazione di fede. E’ rimasto un sogno.
Al termine della serata un saluto dell’Arcivescovo Monsignor Sandro Salvucci che ha sottolineato la personalità poliedrica di Don Mazzoli, sacerdote che ha saputo calarsi nello spirito del suo tempo fecondandolo della fede ricevuta.