Siamo in Avvento, periodo liturgico che ci offre la possibilità di prepararci ad accogliere Cristo, atteso da secoli, proposto dai profeti e accolto da Maria e Giuseppe, dall’umanità intera. Quest’anno ci aiuterà a comprendere questo straordinario e redentivo evento il Presepio di Greccio, intuito e realizzato dal poverello di Assisi, Francesco.
Presepe. Greccio è un borgo della Provincia di Rieti, incastonato tra le rocce, a 700 metri di altezza. Circa due settimane prima della festa della Natività di nostro Signore, Francesco – presente in questo borgo storico – si rivolse a un certo Giovanni, Signore di Greccio, suo amico da tempo, dicendogli: «Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello» (T. Celano, in Fonti Francescane, cap. XXX).
San Francesco. Premetto una precisazione che ci aiuterà a comprendere: Francesco era stato già in Terra Santa nel 1219. Non sappiamo, con certezza, se si fosse imbarcato per raggiungere quei luoghi in Ancona o forse anche a Brindisi, da dove partivano i crociati. Sappiamo, però, che sbarcò ad Acri per poi raggiungere Damietta, non lontano dall’accampamento saraceno. Nonostante che tutti gli sconsigliassero di recarsi dal sultano, Francesco, dopo aver superato con qualche difficoltà le linee nemiche, si fece condurre alla presenza di Malik al-Kāmil.
Visitando la Palestina, quindi, Francesco era rimasto certamente affascinato da quell’ambiente. Ripensando alla vita e alla presenza di Cristo in quelle terre dove era nato, vissuto e morto, lo stesso figlio di Bernardone volle rivivere a Greccio un momento di quell’esperienza unica e indimenticabile.
Greccio. Il 24 dicembre 1223, a mezzanotte, venne realizzato il primo presepe vivente della storia, che rese celebre Greccio in tutto il mondo.
Facilmente Francesco ebbe la convinzione profonda che, con la nascita di Cristo, una grande luce fosse entrata nel mondo. L’evangelista Giovanni all’inizio del suo Vangelo dichiara: «Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto». Israele non seppe ricordare e interpretare la serie di profezie a riguardo del Messia e quindi lo rifiutò, ma prosegue Giovanni: «A quanti l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio». (Gv 1,12-13). Francesco a Greccio fece spazio al Salvatore insieme alla gente che si trovava nella regione reatina in rappresentanza dell’intera umanità. Papa Francesco, nella Lettera apostolica Admirabile signum, letta in ginocchio all’interno del Santuario di Greccio, così si esprime: «Veniamo subito all’origine del presepe come noi lo intendiamo. Ci rechiamo con la mente a Greccio, nella Valle Reatina. Dopo il suo viaggio in Terra Santa, quelle grotte gli ricordavano in modo particolare il paesaggio di Betlemme».
Tradizione. Lo stesso papa Francesco invita i fedeli a realizzare il presepio in famiglia: «una bella tradizione da sostenere e realizzare in famiglia, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze». Che il Signore ci aiuti a comprendere il senso di questo imminente e particolare Centenario ed amare e rivivere la presenza di Cristo nella storia dell’uomo.