Era l’8 marzo 2022 quando, dalle colonne del Nuovo Amico, raccontavamo l’odissea di cinque mamme con i loro sette figli piccoli strappati alla guerra in Ucraina e portati in salvo in Italia. Un’impresa nata dalla caparbietà di un avvocato 50enne di Pesaro, Michele Mariella, sostenuto dalla moglie Francesca e dai loro quattro figli. In pochi giorni organizzarono un viaggio della speranza, ma senza pensarci troppo. Fu un’inaspettata la gara di solidarietà. Partirono per la frontiera ucraina due pulmini. Un percorso di oltre 3mila chilometri da Pesaro a Korczowa, in Polonia, per salvare vite umane. A distanza di un anno e mezzo, mentre si affacciano nuove guerre a minacciare il mondo, Michele e la sua famiglia non hanno mai cessato di aiutare la popolazione ucraina, potendo contare sulle proprie forze e sulla solidarietà della gente comune.
Sabato 28 ottobre hanno fatto arrivare a Pesaro un gigantesco Tir proveniente dall’Ucraina. Sono stati caricati: 50 letti d’ospedale, 15 sollevatori idraulici, 10 deambulatori, 35 materassini antidecubito, 30 scatole con kit per il controllo glicemico, 80 scatoloni di vestiti e scarpe, 13 di cibo, e molto altro. Il Tir è rientrato in patria il 4 novembre e raggiungerà il centro di riabilitazione di Lyutezh e quello militare di Peremoga. «Un po’ di letti andranno all’ospedale pediatrico di OhmatDet, mentre altri in quello di Ivankov», spiega Michele, che dall’anno scorso ha rilevato l’organizzazione di volontariato “Reciproca”. Una piccola realtà gestita insieme ad alcuni amici e a due ucraini che in questo periodo si è già distinta per numerose iniziative benefiche. «In un anno e mezzo abbiamo portato in Italia circa 70 persone, molte di loro oggi sono dislocate sul territorio nazionale grazie anche alla Caritas – dice Michele – mentre altri, rimasti a Pesaro, sono stati aiutati nelle questioni di tutti i giorni: abbiamo introdotto i minori a scuola, seguito le pratiche per l’integrazione, la sanità…».
Per il Tir della solidarietà è stata contattata Olha Vasylevska, deputata del partito di Zelensky al Parlamento ucraino. «Sarebbe stato un grave danno veder finire tutta questa merce sul mercato nero», spiega Michele. Un altro aiuto arriva da Paolo Gorga, dell’unione nazionale sottufficiali sezione di Pesaro. Ma determinante è stata la cooperativa di disabili “T41 protesica”, fondata da don Gianfranco Gaudiano a Pesaro negli anni ’80, e oggi specializzata nella rigenerazione degli ausili ospedalieri dismessi. Come i letti a manovella e i sollevatori idraulici, importantissimi perché possono funzionare anche senza elettricità. Si tratta di materiali tuttavia non più rigenerabili per i nostri ospedali a causa della nuova normativa vigente. Così l’Azienda sanitaria territoriale ha autorizzato la Cooperativa T41 a donarli a “Reciproca”. «Da un anno e mezzo le guerre e i problemi del mondo sono una realtà viva in casa nostra», dice Michele che dallo scoppio della guerra in Ucraina ospita sette profughi nella sua abitazione. «Non è sempre tutto facile ma siamo un’unica famiglia umana e dobbiamo imparare a camminare nella pace».