Pochi giorni fa stavo sfogliando un album donato da P. Antonio Kazimierz Dudek, polacco, frate minore, artista, presente per qualche anno presso il convento-parrocchia Sant’Antonio di Padova di Falconara Marittima (AN), dove l’ho incontrato nel 2013. Questo frate, prima di arrivare a Falconara, era stato, per anni in Palestina, nella Custodia di Terra Santa tenuta dai Frati Minori sin dai tempi di San Francesco d’Assisi. Come non ricordare il dialogo del Poverello con il sultano Malek al-Kamel? Fu questo un incontro che, dopo otto secoli, non smette di interrogarci.
Disegno profetico. P. Antonio, prima di ritornare in Polonia, mi ha lasciato una serie di fotocopie dei suoi disegni e delle sue opere. Uno dei disegni ha in alto a sinistra una scritta in polacco: «Pokoj najpierw rodzi sie w sercu». Mi precipito davanti al computer, cerco con Google e digito «traduttore dal polacco» e trovo la risposta: «La pace nasce prima nel cuore».
Così si presenta il disegno che propongo alla riflessione: San Francesco, ricoperto da un saio ripetutamente rappezzato, è in dialogo con Malek al-Kamel. Rivolgendosi al sultano, alza la mano per domandargli: «Ma perché questi carri armati, questi soldati forniti di armi sofisticate, queste torri di vedetta e queste mura ricoperte di fili spinati?». Il sultano non risponde, rimane chiuso nel suo triste, angoscioso silenzio.
Medio Oriente. Per caso, in questi giorni di guerra tra palestinesi e israeliani, mi è capitato di rileggere il messaggio di papa Giovanni Paolo II pronunciato il 1 gennaio 1984, ben 39 anni fa. Con meraviglia, leggo il titolo del messaggio: “La pace nasce da un cuore nuovo”.
È questa una semplice coincidenza? O il Papa e il frate polacco sono nella stessa lunghezza d’onda?
Giovanni Paolo II prosegue: «Se gli attuali sistemi generati dal ‘cuore’ dell’uomo si rivelano incapaci di assicurare la pace, è il ‘cuore’ dell’uomo che occorre rinnovare, per rinnovare i sistemi, le istituzioni e i metodi. La fede cristiana ha un termine per designare questo cambiamento radicale del cuore: ‘conversione’. In linea di massima, si tratta di ritrovare la chiaroveggenza e l’imparzialità insieme con la libertà di spirito, il senso della giustizia insieme col rispetto dei diritti dell’uomo, il senso dell’equità con la solidarietà mondiale tra ricchi e poveri, la fiducia reciproca e l’amore fraterno».
Pace. La pace nasce dal di dentro, da un cuore nuovo. Per diventare costruttori di pace è necessaria una trasformazione in profondità dello spirito e del cuore, che richiede grande coraggio. Ma non basta. Sono anche necessarie umiltà, lucidità e intelligenza.
In questi giorni ho sentito frasi di questo genere, dall’una e dall’altra parte dei contendenti: «Devono essere distrutti». Con questo odio non ci sarà pace.