Nella ricorrenza del martire San Giovanni Battista, l’Oratorio di via Barocci ha fatto da corona alla celebrazione eucaristica, cui hanno partecipato molti fedeli.
Nello splendido Oratorio di San Giovanni, al cui interno si può ammirare il famoso ciclo pittorico dei fratelli Salimbeni, lo scorso 29 agosto è stato ricordato, con una solenne celebrazione, il martirio del Battista. Questa ricorrenza ogni anno richiama sempre molti fedeli. Egli ha dato la vita per la sua missione, e per questo è venerato nella Chiesa come martire. Come lampada che arde e risplende, ha reso sia in vita che in morte testimonianza alla verità. Questo è trapelato con chiarezza anche nell’omelia del parroco don Pippo Tabarini, il quale ha sottolineato la coerenza di vita del Battista alla fede professata, ossia che la stessa vita ha valore nella misura in cui la doniamo agli altri con verità, nelle relazioni, nella famiglia e nelle attività professionali.
Missione. Dal Vangelo e dalla tradizione si può ricostruire la vita di Giovanni, la cui parola infuocata parve davvero animata dallo spirito del profeta Elia. Durante la sua missione ha condotto una vita austera e rigorosa, invitando il popolo a preparare le vie del Signore, tramite una sincera conversione. La sua immagine gradualmente diminuiva, all’affermarsi di quella di Gesù. Tuttavia, “il più grande dei profeti” non cessò di far sentire la sua voce ove fosse necessario per raddrizzare i tortuosi sentieri del male. E’ vissuto solo in riferimento a Cristo, fin dal grembo materno. Chiese incessantemnte la conversione dei cuori per poter accogliere il Signore che stava per manifestarsi al mondo. E’ una figura talmente elevata che lo stesso Gesù l’ha lodato, dicendo che: «fra i nati di donna non vi è alcuno più grande di Giovanni». Egli negò risolutamente di essere il Messia atteso, affermando la superiorità di Gesù che additò ai suoi seguaci, in occasione del battesimo, nella riva del Giordano. Rivolgendosi a tutti, alla gente comune e ai potenti, destò entusiasmo tra il popolo e al contrario, scontento e malumore tra i Farisei, la cosidetta aristocrazia dello spirito, ai quali rinfacciava falsità e doppiezza.
Martirio. Erode Antipa che non accetta rimproveri contro la sua peccaminosa condotta familiare, prima lo fa imprigionare nella fortezza di Macheronte, nell’odierna Giordania, poi decapitare nel 31 d.C. Erodiade essendo avvolta dallo spirito dell’odio, voleva rendere lecita la sua riprovevole condotta di vita, ossia voleva viverla liberamente alla luce del sole. La testa del Battista è stata il trofeo della sua perversione. Quel capo troncato è ancora oggi una testimonianza che dovrebbe interrogare le coscienze del nostro tempo, profondamente immerso nel desiderio del possesso e del dominio. Quanti, uomini e donne, anche oggi cadono nella stessa tentazione. La celebrazione del martirio ha origini antiche: è già presente in Francia nel V secolo e a Roma in quello successivo. La data del 29 agosto è legata alla dedicazione della chiesa costruita a Sebaste in Samaria, sul presunto sepolcro del Precursore, ed inoltre secondo il Martirologio Romano corrisponderebbe al ritrovamento della testa di San Giovanni, trasportata poi nella chiesa di San Silvestro a Campo Marzio, in Roma, per volere di papa Innocenzo II.