Farà il suo ingresso domenica 9 luglio, vigilia del Santo Patrono San Paterniano, nella nostra Diocesi quale nuovo Vescovo. Domenica 18 luglio, nella cattedrale di Fermo gremita di fedeli molti provenienti anche dalla nostra Diocesi, don Andrea Andreozzi è stato ordinato Vescovo nella celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Rocco Pennacchio, arcivescovo di Fermo. Coconsacranti Mons. Armando Trasarti, amministratore apostolico della nostra Diocesi e Mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto – Norcia.
Custodire. “Sentiremo che il Vescovo – ha sottolineato Mons. Pennacchio – è chiamato a predicare il Vangelo con fedeltà e perseveranza. È chiamato a custodire il deposito della fede, in comunione con gli altri vescovi e in filiale obbedienza al Papa; è colui che si prende cura del popolo santo di Dio e, insieme ai presbiteri e ai diaconi lo guida alla salvezza; il vescovo è attento ai poveri che sono immagine di Cristo e si interessa di quanti si smarriscono per edificare in unità il suo corpo che è la Chiesa. Il Vescovo è colui che incarna il ministero della riconciliazione che Cristo ci ha affidato. Riconciliazione non vuol dire solo perdono (purtroppo da vescovi si confessa poco) ma anche accoglienza, fraternità, comunione, attenzione a chi rimane ai margini perché, nella sua marginalità, è prediletto da Cristo. Attraverso i presbiteri, suoi primi collaboratori, e i diaconi – ha proseguito l’arcivescovo – il vescovo guarda e cerca i fedeli battezzati più vicini, quelli della soglia, i lontani, che sono la maggioranza. Insieme, sentiamo la responsabilità di essere strumenti di riconciliazione e di comunione.
Fraternità. Caro Andrea, la consapevolezza di essere offerta viva sarà il sostegno alla quotidianità della vita, molto diversa dalla solennità e sontuosità della liturgia che stiamo celebrando. Rimane vero, infatti, che il Vescovo è un uomo come tutti, con le sue fragilità, i suoi momenti di sofferenza, le sue ribellioni, le sue solitudini. Quanto bene fa sentirsi dire, ogni tanto: come stai? Posso venire a trovarti per stare un po’ insieme o anche pregare insieme… Non cerchiamo gratificazioni ma le consolazioni non mancheranno, prima fra tutte la consolazione di essere in Cristo, e poi i legami belli che ti uniscono a quanti ti hanno conosciuto, non ultima la fraternità episcopale che già hai sperimentato con i vescovi della nostra regione quando due anni fa hai predicato gli esercizi spirituali. Alla mia ordinazione il Vescovo citò don Tonino Bello ricordandomi, con le sue parole, di indossare non solo anello, mitra e pastorale ma anche il catino e l’asciugatoio per lavare i piedi a quanti avrei incontrato. Due giorni fa, con ventidue presbiteri abbiamo concluso gli esercizi spirituali sulla sua tomba e abbiamo pregato per te. Ci è stato ricordato che don Tonino, all’inizio del suo ministero episcopale disse: “Vorrei essere un vescovo fatto popolo, un vescovo elevato alla dignità di popolo”. Affidiamo il tuo ministero episcopale a Maria Assunta in cielo, a S. Sabino, ai santi patroni della nostra diocesi e della diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola. Alla Vergine santa diciamo: Regina degli Apostoli, prega per noi, o clemente, o pia, o dolce vergine Maria”.