È questo il titolo della Veglia di Quaresima che avrà luogo il 28 marzo, alle 21.15, nella chiesa di S. Caterina delle Agostiniane. Come meteore, alcune persone compaiono nel Vangelo una volta sola e poi svaniscono senza lasciare traccia. Eppure, queste persone che non avrebbero mai potuto trovare un posto nei libri di storia sono conosciute in tutto il mondo. Più ancora: in loro si può riconoscere ogni uomo. C’è esempio più emblematico di Barabba?
È il suo stesso nome che ci fa sentire chiamati in causa, poiché vuol dire “Figlio del padre”. Se non ci siamo abituati al racconto della Passione e non ci siamo accomodati nel nostro essere brave persone, cristiani impegnati, “Figli di Dio” dal giorno del nostro battesimo, allora ci siamo anche noi quel venerdì a Gerusalemme davanti alla folla che urla “Crocifiggilo!”. E Pilato che si lava le mani, mentre sotto il sole, in mezzo alla polvere, ci siamo anche noi. Se poi ci mettiamo nei panni del malfattore condannato a morte, capiamo che non fu solo la gente a scegliere che fosse liberato Barabba, infatti, perché il primo a volerlo, forse l’unico a desiderarlo veramente in profondità, fu proprio Cristo. Sì, perché attraverso di lui ci ha detto che ha voluto salvare ciascuno di noi. Guardando lui, Gesù ha guardato ognuno di noi.