Don Augusto Sani, morto a 91 anni il 9 gennaio scorso, per tanti anni ha celebrato la messa festiva delle 11 nella Chiesa del Colle dei Cappuccini; è il Colle cantato da Giovanni Pascoli, da dove ha preso ispirazione per la poesia “L’aquilone”: “Or siamo fermi: abbiamo in faccia Urbino ventoso: ognuno manda da una balza la sua cometa per il ciel turchino”. Una chiesa importante, frequentata da gente di tutte le età. Da persone anziane, perché annesso alla Chiesa c’era l’Ospizio dei vecchi, costituito subito dopo l’Unificazione italiana è rimasto lì fino agli anni novanta del secolo scorso. Dalle famiglie del circondario, per amore della tradizione e per la bellezza della chiesa, sede nel tempo dei loro matrimoni. Dagli studenti perché intorno alla chiesa, in mezzo al verde, erano sorti i Collegi universitari. E poi venivano anche i giovani di Comunione e Liberazione che seguivano il loro Assistente, allietando la celebrazione con musica e canti, la passione di una vita, per don Augusto. Partecipavano anche i docenti perché, proprio accanto alla Chiesa, c’era la Foresteria del professori dell’Università. Ricordo tra essi il prof. Giovanni Conso, docente di Procedura Penale alla Facoltà di Giurisprudenza, uomo di Scienza e poi anche Ministro di Grazia e Giustizia. Se non ricordo male, nel suo mandato trasferì, in comodato perpetuo all’Ateneo, l’ex-carcere di San Girolamo, ora splendida Biblioteca dell’Università. A Conso piaceva la messa di don Augusto, prete buono e preparato. Conso girava davanti ed intorno all’edificio dieci-quindici minuti prima dell’orario della Messa, che rispettava con scrupolo. Sapendolo, essendo per mandato di Carlo Bo responsabile della Foresteria e abitando a confine, lo incontravo per conversare con lui e rispondere alle sue numerose domande: sulla chiesa, sui Collegi e su quel mix di giovani universitari e di Cl, con gli anziani e i nuclei familiari che onoravano, insieme, il precetto domenicale.
Don Augusto abitava vicino alle ACLI di Via Santa Chiara, era nella Cancelleria della Curia arcivescovile e Canonico nel Capitolo della Cattedrale di Urbino. Appuntamento importante per lui era la celebrazione settimanalmente per il gruppo urbinate di CL a San Francesco di Paola e anche lì arrivava un po’ prima per preparare la chiesa. Era quindi nelle mie direzioni di lavoro e di interessi. Occasioni propizie per scambiare saluti o qualche informazione, sempre sorridente, sereno, disponibile e cortese.