Un ricordo toccante e molto partecipato è scaturito, come testimoniato da Silvio Filippini e Massimiliano Sirotti presidente e vice del Circolo Culturale intitolato al grande filosofo e teologo don Italo Mancini, nella messa e nel successivo incontro tenutosi nella Schieti della sua dura infanzia, mai dimenticata. Lo hanno onorato con il saluto il Rettore della Carlo Bo, Giorgio Calcagnini (letto da Jessica), il Sindaco Maurizio Gambini con la Vice Marianna Vetri, il Presidente della Provincia Giuseppe Paolini. Sono seguite le testimonianze di quanti si sono formati all’interno dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose fondato da don Italo su suggerimento di Carlo Bo. Si era all’interno del Circolo Acli – Centro Universitario, negli anni della contestazione del 1968. Don Italo chiede a Bo: “come ne usciamo?” Bo risponde: “perché non fondi un Istituto di Scienze Religiose per allargare il fondo formativo dell’Università?”. Don Italo raccolse l’idea e nel 1969 nasce l’Istituto all’interno del libero Ateneo urbinate. Don Italo può contare su un nucleo di allievi molto bravi. Fra gli altri, quelli che erano a Schieti l’8 gennaio a ricordarlo nel trentennale della morte: Piergiorgio Grassi da Rimini, Galliano Crinella da Sassoferrato, Gastone Mosci da Urbino. Da angolature diverse ne hanno richiamato il pensiero, le tappe e i libri. Non una cronistoria ma la testimonianza dei valori del lavoro, della giustizia, della democrazia, dello spirito, presenti in tutte le opere del grande Maestro: nella professione e più nella vita. Confermati dall’intervento, di un altro allievo: Giorgio Londei laureatosi con don Italo che conobbe con padre Chiomenti, il gesuita che seguiva gli studenti nella Chiesa della Confraternita di San Giuseppe. Già Sindaco di Urbino e Senatore della Repubblica, sempre vicino a don Italo e a Ferriero Corbucci, uno bianco e l’altro rosso, amici accomunati dagli stessi valori della libertà e del lavoro. Valori espressi da altri schietini come don Gino Ceccarini, don Marsilio Galli, riassunti nel monumento a don Italo di Antonio Fontanoni.
Un’emozione profonda risentire la voce di don Italo. I nipoti ne hanno donato al Centro l’archivio. Due allievi del C.T.U “Cesare Questa”, diretto da Michele Pagliaroni ne hanno tratto l’essenza, intercalata dalla voce di don Italo sui valori guida della sua vocazione e del suo insegnamento. Bravissimi nel vocalismo e nella recitazione.
Un peccato non aver potuto ascoltare i ricordi di Raniero Bartolucci, in malattia, che per anni ha seguito don Italo, specie nella Messa di mezzanotte, sempre da lui celebrata a Schieti tra la sua gente.