La vera forza della Chiesa locale sta nelle persone che la vivono e la abitano
Sabato scorso 7 gennaio alle 8.35 a tutti i sacerdoti ed i religiosi della nostra Arcidiocesi di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado è squillato (o vibrato) il cellulare per un messaggio dalla Segrete- ria Arcivescovile: «Oggi sabato 7 gennaio alle ore 12 l’Arcivescovo S.E.R. Mons. Giovanni Tani farà una importante comunicazione in Cattedrale… Sono convocati tutti i sacerdoti, i diaconi, i religiosi, le religiose e tutto il popolo di Dio». A cascata, come si propagano i cerchi sull’acqua, la notizia si è diffusa veramente in tutto il popolo di Dio. “È l’ora”, scrive un confratello accanto a me! Sì, un’ora che si sapeva sarebbe arrivata, un’ora per certi versi attesa, ma nel contempo un’ora che – per la portata davvero profonda, storicamente decisiva, probabilmente non del tutto e non da tutti compresa – si sperava po- tesse non arrivare o almeno essere ulteriormente rimandata.
Annuncio. Puntuale alle 12 in Cattedrale mons. Giovanni Tani, accompagnato in presbiterio dal so- lo don Daniele Brivio (Cancelliere e Vicario Generale), si avvicina al microfono ed intona l’Angelus Do- mini: quale preghiera migliore per creare il clima di un annuncio di tal portata. Terminata la preghiera del saluto angelico legge il decreto del Nunzio Apostolico in Italia mons. Emil Paul Tscherrigcon in cui comunica la decisione da par- te di papa Francesco di affidare la cura pastorale della nostra Arci- diocesi a mons. Sandro Salvucci, arcivescovo di Pesaro dal 1° mag- gio 2022, così che le due Diocesi si trovano ora ad essere unite “in per- sona episcopi”. Nel decreto, che di fatto accoglie le dimissioni del nostro Arcivescovo, da lui rassegnate al Santo Padre l’8 aprile scorso al compimento dei 75 anni, il Nunzio conferisce a mons. Tani – da sabato Amministratore Apostolico – tutte le facoltà del Vescovo Diocesano per l’ordinaria amministrazione, fi- no alla presa di possesso (in capo a due mesi) da parte del vescovo eletto Sandro.
Saluto. Don Daniele Brivio ha poi letto il saluto che mons. Salvucci ha indirizzato al clero ed ai fedeli dell’intera arcidiocesi di Urbino- Urbania-Sant’Angelo in Vado. In u- na forma pacata e sentita, l’Arcive- scovo eletto ha inteso dare risalto alla storia e alla gloria del territorio feltresco ma soprattutto si è rivolto alla poliedrica compagine che dà forma e corpo al tessuto ecclesia- le e sociale della nostra Chiesa lo- cale. Non ha nascosto la difficoltà di questo nuovo corso, difficoltà e timori che riempiono questo mo- mento storico: «Inevitabilmente un Vescovo condiviso tra due Diocesi lascia prevedere un impoverimento della presenza del pastore nei tanti momenti di vita delle comunità a scapito di tutti». Tuttavia non ha nascosto che tutto ciò potrà divenire opportunità di crescita; e lo ha fatto servendosi di un’immagine carica di speranza, tratta dal mondo della musica: «Il Vescovo non è un solista, ma piuttosto è simile ad un direttore d’orchestra e se l’orchestra si allarga e si arricchisce di strumentisti c’è la possibilità che tutti insieme possano eseguire una musica più bella e più ricca».
Insieme. Si apre dunque per la nostra Arcidiocesi, come per tante Chiese sorelle in Italia e – più vicino a noi – anche nella nostra regione ecclesiastica (pensiamo a Camerino e Fabriano) un percorso nuovo, mai sperimentato prima, ma indubbiamente sorretto dal “soffio dello Spirito”, come stiamo tante volte affermando nel Sinodo Diocesano. Benvenuto, vescovo Sandro.