Sabato 26 novembre, al Monastero delle Benedettine di Urbania, una giovane sorella nigeriana ha emesso la solenne professione religiosa durante una splendida liturgia eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Giovanni Tani. Gesù ha detto «il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». È su questa certezza che la neo professa benedettina Suor Maria Paolina Modebelu, di anni 43, nata e cresciuta in una numerosa famiglia cristiana a Onitsha in Nigeria, ha maturato la sua vocazione per vivere nella preghiera e nel lavoro. La parola di Dio fedelmente ascoltata l’ha abilitata a godere l’amore operoso e creativo di Dio e, senza quasi accorgersi, l’intera sua vita si è aperta verso un diverso orizzonte che le chiedeva di essere come un “seme” da sotterrare per nascere come fiore e come frutto. Seguendo i consigli del suo direttore spirituale, nel 2012 volle tentare di fare una prova di vita claustrale in una comunità di religiose benedettine della sua terra. Una prova durata appena per due settimane. Dopo di che è ritornata al suo lavoro. Ma nell’anno seguente è ritornata nella stessa casa religiosa per
poi passare al Monastero delle Benedettine di S. Maria Maddalena di Urbania, dove ha fatto ingresso definitivo il 10 settembre 2014. Il 25 marzo 2015 ha iniziato l’anno canonico del noviziato ed ha emesso poi la Professione Temporanea il 10 settembre 2016. Con la professione solenne Suor Maria Paolina si è collocata nel cuore della Chiesa diventando innanzitutto un dono di Dio con la sua forma di vita povera, casta e obbediente da dilatare in vista di un amore più grande ai fratelli, vero segno per tutti di quella sorgente invisibile dell’amore e della vita che è Dio: vero Cuore di ogni persona in ricerca. Ormai per Suor Maria Paolina ogni dono da lei fatto totalmente a Dio non può che diventare per sempre un dono fatto totalmente ai fratelli. Commovente è stata poi la liturgia del rito dall’accensione della lampada. la richiesta degli impegni di preghiera, la consegna della scheda da leggere e da firmare, il canto del “Suscipe, Domine ..”, il canto delle litanie durante la prostrazione e la preghiera di consacrazione. Dopo la consegna dell’anello, della corona, del breviario e della cocolla Suor Maria Paola è stata accolta dalla Madre Abbadessa e dalle sorelle attraverso lo scambio del segno della “vera” pace, quella che non si potrà mai impiegare come bene di consumo, ma solamente come prodotto di un impegno.