Le noci. Il mio amico mi dice di averne raccolto tre chili, andando per la campagna e subito mi rimanda al catalogo Per antiche carte, 2011, di V. Feligiotti, dove è pubblicata una veduta di Urbino del 1624. (D. Meissner) con la scritta: “Chi vuol mangiare il gheriglio deve rompere la noce”, ossia, chi vuole il guadagno deve investire. Ho pensato però a Fra Galdino del miracolo delle noci (Manzoni, cap. XVIII) di tutt’altro avviso sulla noce: noi viviamo della carità di tutto il mondo ed è giusto che serviamo tutto il mondo.
Comunicare. La comunicazione oggi è come un organetto che suona allargandosi e restringendosi, per fortuna! Da ragazzi il giorno dopo delle consultazioni elettorali correvamo a vedere i risultati sulle due bacheche più importanti; durante le lotte politiche più aspre, le bacheche sono aumentate crescendo man mano di numero. Questi vecchi strumenti anche oggi resistono, ma sono vuote e semi abbandonate. Un tempo per ognuna era nominato un responsabile che tutte le settimane esponeva i giornali, per i cattolici l’Avvenire. Oggi i cittadini più interessati si affidano ai vari quotidiani, i più tecnologici, agli strumenti informatici, gli altri al passaparola.
La musica in chiesa. Si deve ringraziare il popolo, (l’assemblea), che spontaneamente canta conoscendo le melodie più semplici e più vecchie della tradizione popolare, come il gregoriano: è sufficiente un piccolo attacco e tutti comprendono e rafforzano la melodia. Chi sta all’organo è lieto di essere compreso ed essere condiviso nelle scelte giuste per i vari momenti della celebrazione. Con maggiore difficoltà avviene l’introduzione e la proposta dei nuovi canti e della nuova sensibilità musicale riservata ai giovani.