Nella splendida reggia del Duca condottiero esposti capolavori tra cui opere di Piero della Francesca, Melozzo da Forlì, Fra Carnevale, Bramante e Santi
‘Urbino crocevia delle arti’ è la grande mostra, aperta nella Galleria Nazionale fino al 9 ottobre, evento di punta delle celebrazioni per Federico da Montefeltro nei 600 anni dalla nascita. Allestita nelle stanze del piano terra, una volta entrati si percorre una serie di ambienti in cui le luci fanno emergere dalle pareti decine di capolavori del Quattrocento. Sculture, tavole, disegni, codici miniati, medaglie, tele, bassorilievi.
Opere. Volti antichi eppure ben conosciuti, potremmo dire pop; pennellate di autori notissimi; pezzi che potrebbero reggere da soli un museo. Il dato non scontato è che tutto ciò, pur provenendo da mezzo mondo, è frutto di questo preciso luogo. Alessandro Angelini, Gabriele Fattorini e Giovanni Russo ne sono i curatori. «L’esposizione – ci racconta Russo, funzionario storico dell’arte della Galleria – era stata pensata diversi anni fa, ma ci è sembrato propizio concretizzarla in questo anno federiciano. Fulcro del percorso espositivo è Francesco di Giorgio Martini, un artista a 360 gradi: trattatista, architetto, ingegnere, pittore, scultore, medaglista, ideatore di marchingegni futuristici, abile direttore di cantieri, uomo di fiducia dei potenti, in particolare del duca urbinate». Del Martini sono giunte a noi tantissime testimonianze materiali, diverse delle quali esposte alla mostra, altre (pensiamo alle rocche sparse per il ducato) ovviamente inesponibili.
Quantità. Un allestimento ‘traboccante’ di opere, ricco di colori e varietà, che riproduce l’affollamento di artisti e di capolavori che riempivano il palazzo durante il ducato di Federico. Non solo Francesco di Giorgio insomma: un crocevia delle arti capace di produrre ritratti finissimi (eccezionali i due profili del piccolo duca Guidobaldo di Signorelli e Bartolomeo della Gatta), opere allegoriche (la Musica e la Retorica dello spagnolo Berruguete dipinte per il duca e giunte da Londra), codici miniati (oggi alla biblioteca vaticana), sculture che sembrano vive (il busto della duchessa Battista Sforza di Francesco Laurana). Ne abbiamo citati alcuni, ma le opere esposte sono decine e, vedere per credere, tutte davvero straordinarie. Alcuni nomi: Piero della Francesca, Melozzo da Forlì, Fra Carnevale, Bramante, Giovanni Santi.
Bronzi. Come se questi maestri non bastassero, sono sparse nelle varie sale le opere di Francesco di Giorgio: dai trattati ai disegni (il progetto per il mausoleo di San Bernardino è una gemma), dalle sculture alle medaglie, dai dipinti ai bassorilievi bronzei. Spicca tra questi la deposizione eseguita per la chiesa di Santa Croce a Urbino (oggi a Venezia) in cui tra la folla sono ritratti il duca Federico, il figlio Guidubaldo e Ottaviano Ubaldini. Un’opera che ci ricorda il Federico mecenate anche per altre istituzioni, basti pensare alla nuova cattedrale, fatta fare anch’essa al Martini. «Usciti dalla mostra – conclude Russo – e salendo al piano nobile, vedendo gli appartamenti da lui progettati, si completa il profilo del Martini e si visita la galleria, da un capolavoro all’altro».