Domenica 24 luglio si celebra la II “Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani”. Il tema scelto da papa Francesco è “Nella vecchiaia daranno ancora frutti” (Sal 92,15) e intende sottolineare come i nonni e gli anziani siano un valore e un dono sia per la società che per le comunità ecclesiali. La loro esperienza di vita e di fede può contribuire ad edificare società consapevoli delle proprie radici e capaci di sognare un avvenire più solidale. Abbiamo scelto di raccontare la storia della famiglia Spinaci di Mombaroccio che incarna i valori universali sopra ricordati. «È bello avere una famiglia dove regnano l’amore e la comprensione. Quando nascono i figli si prova un amore così grande da non poterlo spiegare. La nostra famiglia è numerosa e spesso ci ritroviamo tutti insieme e, anche se adesso il nonno non c’è più, lo ricordiamo sempre, parlando di lui e ricordando i bei giorni passati. Ora ci sono tanti nipotini e l’ultimo nato mi ha dato la possibilità di essere la sua trisavola. Io prego Dio di conservarmi la serenità e il sorriso, mi sento amata da tutti e amo tutti loro. Grazie Signore per tutto quello che ci hai dato». A parlare è Rita Vitali, vedova Spinaci, residente a Mombaroccio. A “soli” 88 anni lo scorso 9 giugno è diventata trisnonna di Nathan Emanuele. Ben cinque generazioni con tanti figli, nipoti e pronipoti che elencarli tutti sarebbe impresa alquanto complicata: ma vale la pena provarci.
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Partiamo dalla trisnonna Rita, che per tanti anni ha svolto la professione di infermiera. Dal matrimonio con il marito Sergio Spinaci, storico maestro elementare di Mombaroccio scomparso circa dieci anni fa, nascono tre figli: Marco nel 1956, Roberto nel 1958 e Anna nel 1962. Una famiglia ispirata a solidi valori cristiani e sorretta da una grande fede anche quando il figlio Roberto viene a mancare ad appena sette anni di età a causa della leucemia. Il 5 febbraio 1977 Marco si sposa con Myriam Casalini. Lui ha 20 anni e frequenta con profitto il secondo anno di medicina all’università di Bologna. Lei invece di anni ne ha appena 18 e si è da poco diplomata alla scuola per interpreti. Il matrimonio viene celebrato da don Lino Capriotti nella chiesa di Colombarone. «Don Lino – racconta Marco – era il mio insegnante di religione al liceo scientifico di Pesaro ed era per me e mia moglie un punto di riferimento importante». Dalla loro unione nascono quattro figli: Alice nel 1977, Roberto nel 1979 (gli viene dato il nome del fratellino di Marco morto prematuramente), Diego nel 1988 e Ramon nel 2000.
Tappe. Nel 1995 Myriam e Marco diventano nonni per la prima volta ad appena 37 e 39 anni. La loro primogenita Alice infatti diventa mamma di Giulia a soli 18 anni. Nel 1997 Alice dà alla luce la seconda figlia, Martina. Nel 2013 da Roberto e della sua compagna Chiara, nasce Emilia. Nel 2021 da Diego e della sua compagna Sabrina, nasce Enea. Infine nel 2022 è la volta di Nathan Emanuele che nasce dal matrimonio tra Martina e suo marito Cristian. Riassumendo oggi le generazioni sono addirittura cinque: la trisnonna Rita di 89 anni, i bisnonni Myriam e Marco, rispettivamente di 64 e 66 anni, nonna Alice di 45 anni, mamma Martina di 25 anni e il piccolo Nathan Emanuele di appena un mese. A dirla tutta poi, visto che il 2022 è ancora in corso, ci sarebbe da aggiungere anche il secondogenito di Roberto e Chiara, atteso entro il mese di settembre.
Responsabilità. Tra le caratteristiche della famiglia Spinaci non c’è solo l’evidente apertura alla vita ma anche un forte senso di responsabilità che si ritrova in ogni generazione. «Quando io e Myriam ci siamo sposati – racconta Marco – ho proseguito l’università per un altro anno circa, poi con l’arrivo di Alice ho scelto di lasciare gli studi per un impiego fisso perché non volevo gravare sui miei genitori che pure avevano la possibilità e il desiderio di sostenere la mia nuova famiglia». E così Marco entra nel settore del mobile e dell’arredamento. Anche Myriam trova un impiego, dapprima come cuoca, poi man mano che la famiglia cresce, decide di diventare mamma a tempo pieno. Ma in questa storia emerge un’altra caratteristica di famiglia: il senso civico e il servizio verso gli altri. Da quasi vent’anni infatti Marco è anche volontario della Croce Rossa Italiana ed è impegnato nell’amministrazione comunale della sua città di Mombaroccio. Dopo aver lasciato il suo primo impego per dedicarsi maggiormente alla famiglia, oggi Marco è autista del servizio d’emergenza del 118, con riconosciuti meriti ottenuti durante il periodo della pandemia. «Andrò in pensione nel 2023 – dice – ma in qualche modo sono contento di essere tornato al mio sogno iniziale che era quello di aiutare gli altri nel servizio sanitario, ripercorrendo un po’ le orme di mia mamma Rita». E sulla stessa strada si è mossa anche Alice che oggi è operatore socio sanitario all’ospedale di Fossombrone, mentre Diego è infermiere della centrale operativa del 118 di Pesaro. Roberto e Ramon invece gestiscono insieme due negozi di alimentari.
Vita. «Quest’anno abbiamo festeggiato il 45° anniversario di matrimonio – spiegano i bisnonni Marco e Myriam – e ovviamente il regalo più bello è stato poterlo fare tutti insieme, nella consapevolezza di aver vissuto il dono straordinario della famiglia. Non abbiamo mai pensato di insegnare nulla ai nostri figli e nipoti ma abbiamo imparato con loro ad essere genitori e nonni, trasmettendo la nostra apertura alla vita in modo spontaneo, giorno dopo giorno. Di certo la famiglia è sempre stata la bussola che ha orientato le nostre priorità e, anche di fronte alle incomprensioni che possono sempre capitare, ci basta semplicemente guardare ai figli, nipoti e pronipoti per ritrovare subito la serenità e la gioia».