Nello splendido Oratorio di San Giovanni, al cui interno si può ammirare il famoso ciclo pittorico dei fratelli Salimbeni, il 29 agosto sarà ricordato, con una solenne celebrazione, il martirio del Battista. Il Precursore sigilla la sua missione con il martirio: Erode Antipa che non accettava i rimproveri contro la sua peccaminosa condotta familiare prima lo fece imprigionare nella fortezza di Macheronte, nell’odierna Giordania, poi decapitare nel 31 d.C. Per questo, il Precursore del Signore, come lampada che arde e risplende, rese sia in vita che in morte testimonianza alla Verità. Negò risolutamente di essere il Messia atteso, affermando la superiorità di Gesù che additò ai suoi seguaci, in occasione del battesimo, nella riva del Giordano. Fu il più grande dei profeti e non cessò
di alzare la sua voce per raddrizzare i tortuosi sentieri del male. Con il nome di “Passio” o di “Decollatio” la festa compare già alla data del 29 agosto nei Sacramentari romani, e secondo il Martirologio Romano tale data corrisponderebbe al secondo ritrovamento della testa del Battista, trasportata in quell’occasione nella chiesa di S. Silvestro a Campo Marzio, a Roma, per volere di papa Innocenzo II (1130-1143). Dal Vangelo e dalla tradizione si può ricostruire la vita del Precursore, la cui parola infuocata parve davvero animata dallo spirito del profeta Elia. Iniziò la sua missione, invitando il popolo a preparare le vie del Signore, per cui occorreva una sincera conversione. Destò entusiasmo tra i fedeli e malumore tra i Farisei, dei quali rinfacciava l’ipocrisia. La sua immagine gradualmente diminuiva, all’affermarsi di quella di Gesù. Tuttavia, “il più grande dei profeti” non cessò di far sentire la sua voce ove fosse necessario per raddrizzare i tortuosi sentieri del male. La sua figura è talmente elevata che lo stesso Gesù l’ha lodato, dicendo che: «Fra i nati di donna non vi è alcuno più grande di Giovanni».
Di Giuseppe Magnanelli