Intervista – DI ROBERTO MAZZOLI
Si dice che il missionario ha sempre la valigia pronta ma questa volta la “terra di missione” si trova ad appena 12 km di distanza da Pesaro. «Andremo a Fano – spiega il padre superiore Giorgio Padovan – in un appartamento offertoci dalla diocesi all’interno del centro pastorale di via Roma n.118 e continueremo a svolgere un’attività di presenza e animazione missionaria per Fano ma anche per le altre diocesi e per il territorio».
Padre Giorgio come mai questa scelta?
Sono alcuni anni che, come missionari comboniani, siamo in un processo di discernimento e di ricerca di nuovi cammini e modalità di missione in Italia. Questo a partire da un mondo, una Chiesa e una missione che cambia. Abbiamo scelto due parole-chiave: ridurre e qualificare. Ridurre, perché non abbiamo più i numeri e le forze di un tempo e con realismo dobbiamo guardare avanti concentrandoci su quello che siamo in grado di fare. E qualificare, perché la realtà cambia e non sono più efficaci i metodi, i linguaggi o le proposte del passato. Dobbiamo capire che, per essere significativi, dobbiamo rivedere, rinnovare e convertirci. La comunità comboniana di Pesaro da alcuni anni è impegnata in questa riflessione e cammino.
In tanti anni di presenza a Villa Baratoff, i comboniani sono diventati un punto di riferimento per la città. Oggi la notizia della vostra partenza è vissuta con tristezza da tutta Pesaro.
Desideriamo ringraziare Dio per questi anni, per la gente incontrata, per il bene ricevuto, per l’ospitalità, per il lavoro missionario svolto, per la fraternità e amicizia. Ma il cammino missionario continua. Cammineremo ancora insieme con speranza, in modo nuovo e fiducioso nel Signore. Siamo arrivati a Pesaro nel 1940, comprando e ristrutturando la Villa Baratoff, per farne un seminario e una scuola per i ragazzi delle medie. Centinaia sono stati gli alunni che hanno vissuto con gratitudine e gioia questa esperienza. I seminaristi poi diventati missionari sono stati 63. Ma a inizi anni ottanta i ragazzi sono diminuiti vistosamente e allora dal 1988 si è cambiata la finalità della comunità e della presenza. Dopo una impegnativa e dispendiosa ristrutturazione della casa si è iniziata un’attività di formazione permanente per i comboniani in Italia e per altri gruppi, una casa di incontri e di esercizi spirituali, un centro per giornate di spiritualità per giovani e gruppi parrocchiali, ma anche per feste e per accoglienza. E la comunità si è sempre inserita nel territorio e nelle diocesi vicine per un lavoro pastorale e missionario.
Quanto ha pesato in questa scelta la pandemia?
La pandemia di queste tre anni ha evidenziato le fragilità e ha accelerato il processo di revisione. La casa viene sempre meno utilizzata dai missionari comboniani per incontri e così anche dagli altri gruppi. E la nostra riflessione è stata che è davvero uno spreco e una mancanza di povertà non utilizzare a pieno di questa struttura, così bella, grande e funzionale. Riteniamo che sia importante che possa fare un servizio al territorio e alle persone.
In che modo?
Abbiamo aperto un dialogo con l’arcidiocesi di Pesaro, con le altre diocesi, con il comune di Pesaro, con altre realtà associative per un uso utile e interessante della struttura. Nei mesi scorsi sono arrivate alcune proposte. Dopo una lunga e attenta verifica si è arrivati a decidere di dare in comodato la Villa Baratoff ad un’associazione del territorio che si occupa di formazione per i giovani “Arte per la vita”, partire dall’arte per preparare alla vita, con una particolare attenzione a tematiche care a noi missionari: pace, fraternità, giustizia, interculturalità …
Quindi Villa Baratoff non sarà venduta?
No di certo. Rimarrà sempre dei comboniani, ma con un gruppo giovane e con un nuovo progetto. Il nostro trasferimento nella vicina Fano nasce dal fatto che nelle diocesi marchigiane abbiamo ancora diversi confratelli, una rete di amici e benefattori, gruppi di ex-alunni e un servizio missionario interessante che gravita su Pesaro, Urbino, Fano e Rimini.
Di cosa vi occuperete a Fano?
Ci sono pervenute alcune proposte per un inserimento e per un lavoro missionario in sintonia con il nostro progetto di una nuova presenza più piccola e sobria. Tra poche settimane ci traferiremo nel centro pastorale diocesano di via Roma 118. Da qui continueremo il servizio attraverso le varie reti e gruppi di amici per continuare ad aiutare il territorio nella sensibilità missionaria ai vicini e ai lontani, aprendo lo sguardo e il cuore al mondo e ai poveri, che è il carisma dei comboniani.
I missionari non mettono radici ma dopo 82 anni immagino che non sarà semplice neppure per voi partire.
Non sarà facile… è duro e doloroso partire, ma è un verbo missionario: uscire, andare… Lo si fa per amore di Dio, del Vangelo, dei poveri, di quanti ci sostengono e ci vogliono bene, della missione fino ai confini del mondo. Quindi abbiamo bisogna della vostra preghiera, vicinanza e amicizia. Continuiamo il cammino missionario, insieme, senza paura ma con speranza e gioia come ci ha sempre insegnato S. Daniele Comboni. Il nostro grazie va a tanti e per questo abbiamo organizzato un doppio appuntamento per un saluto insieme.
Di cosa si tratta?
Venerdì 8 luglio a Villa Baratoff alle ore 20.30 si terrà una “Serata brasiliana” promossa insieme al Centro missionario diocesano di Fano. Un momento di festa, musiche e testimonianze missionarie dal Brasile. Sarà con noi Nelson Machado, noto musicista brasiliano. Ci sarà anche Maria Josè Paixao, una signora brasiliana, che è stata miracolata da S. Daniele Comboni e da dove è partita la causa di canonizzazione. Sabato 9 luglio alle ore 20.30 celebreremo una S. Messa di ringraziamento e di ripartenza missionaria, presieduta dall’arcivescovo di Pesaro mons. Sandro Salvucci. La celebrazione sarà nel piazzale di Villa Baratoff ed è aperta a tutti e in particolare agli amici, ex alunni, benefattori …
