Pesaro – DI STEFANO PAGNINI
Sabato 4 maggio, in Duomo a Pesaro, si è svolta la veglia di Pentecoste. Numerosa la partecipazione dei fedeli uniti nell’appello dell’arcivescovo Sandro Salvucci «Vieni Spirito Santo, ne abbiamo bisogno!». La necessità di invocare lo Spirito Santo, oggi più che mai, è data dal bisogno di uscire dal cenacolo dove ci siamo ritrovati rinchiusi per oltre due anni a causa della pandemia. E come duemila anni fa, oggi riviviamo la stessa preghiera che Maria e gli apostoli hanno elevato a Dio per avere forza dall’alto. La preghiera che lo Spirito Santo, con gemiti inesprimibili suscita in noi, dà corpo alla speranza e genera la lode. In questa nuova presa di coscienza possiamo guardare al futuro confidenti che il Paraclìto, Colui che ci viene in aiuto, ci sorprenderà compiendo in noi cose sempre più grandi: “diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie, i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni (Gioele 3,1)”. Così rivolgendosi ai sacerdoti, ai diaconi, alle associazioni, ai movimenti, come esperienze di vita nate nel Vangelo, monsignor Sandro Salvucci ha spronato la Chiesa pesarese a vivere con fede questo tempo di rinnovata giovinezza interiore e di nuova semina della Parola di Dio: «Nessuno è così povero da non poter condividere qualcosa per l’edificazione della Chiesa nell’azione dello Spirito Santo». E nella condivisione dei talenti e dei carismi, la veglia di Pentecoste è stata animata dalle comunità e dai gruppi del Rinnovamento dello Spirito di Pesaro e Fano, in collaborazione con il Maestro Martino Pòrcile all’organo e con la preziosa voce di Donatella Bargnesi ai salmi. «È il soffio dello Spirito Santo – ha ricordato il Pastore della Diocesi di Pesaro – che rende viva la nostra testimonianza. Senza questo soffio vitale la Chiesa stessa non sarebbe altro che una delle tante organizzazioni e la missione del Popolo di Dio non sarebbe altro che una fastidiosa propaganda». L’arcivescovo Sandro, infine, ha invitato tutti i presenti a lasciare che lo Spirito di Dio ci apra a nuove visioni, a nuovi sogni. E come in un sogno si è conclusa la serata, con un braciere attorno al quale si è riunita la Chiesa presente, dal quale sono state accese quattrocento candele che, al canto unisono “il Signore è la mia salvezza”, si sono innalzate al Cielo e hanno scaldato il cuore della città.
© FOTO FRANCO GALLUZZI