Dopo due anni di sosta, a causa della pandemia, è ripreso il tradizionale pellegrinaggio a piedi al Santuario del Pelingo, con una piacevole novità. La partenza infatti è stata da Ca’ Staccolo. Dal Santuario dedicato al Sacro Cuore di Gesù a quello della madre Maria. Un manipolo di pellegrini è partito all’alba di una calda giornata di primavera inoltrata, per aumentare gradualmente lungo il cammino e quindi giungere alla meta affaticati e stanchi verso mezzogiorno, accolti con entusiamo dal parroco don Gianluigi Carciani. Questo percorso costituisce e simboleggia una pietra miliare posta a segnare i tempi del nostro itinerario terreno: consente una pausa di ristoro nel viaggio, come le oasi nel deserto, nate per offrire refrigerio e sollievo. Quello del Pelingo, come tanti altri, è dedicato a Maria, perché l’umile Vergine di Nazareth ha generato, per opera della Spirito Santo, il Salvatore del mondo. I pellegrini sino partiti ricevendo due consegne: preghiera e silenzio.
Il percorso a piedi ci aiuta a ritrovare il tranquillo scorrere del tempo e a gustare la pace e la bellezza del creato che ci circonda; tutto questo oggi è messo a dura prova perché siamo bombardati da mille sollecitazioni che portano a non approfondire, bensì a correre dietro all’effimero, come pure non ci permette di ritagliarci qualche pausa dagli strumenti informatici che dettano la nostra agenda e non aiutano a guardare il volto di quello che ci sta accanto. A rendere ordinato e sicuro il tragitto hanno provveduto i Carabinieri e i volontari della Croce Rossa Italiana. Dopo la prima sosta a Fermignano per la colazione, una seconda in cima alla salita di S. Gregorio, prima della discesa verso il Pelingo. Don Fabio Pierleoni della parrocchia di Calpino con l’ausilio di altri sacerdoti, del Diacono Stefano Mancini, nonché di un nutrito gruppo di giovani, hanno animato il tragitto con canti, preghiere e riflessioni. Nella celebrazione eucaristica Mons. Tani, dopo aver ricordato e ringraziato tutti coloro che hanno animato e reso sicuro il percorso, ha sottolineato come questo cammino ci richiama quello sinodale che stiamo facendo da quasi un anno. Un tempo per fermarsi, discernere, e confrontarsi. «I cristiani» ha detto l’Arcivescovo, «sono una parte del mondo che non vive per se stessa, ma per compiere una missione a favore degli altri. Come Chiesa ma anche come singoli siamo chiamati a fare in modo che il nostro segnale possa arrivare lontano. La Vergine Maria guidi il nostro cammino sinodale e faccia in modo che la Chiesa sia strumento dell’Amore di Dio e farlo conoscere come Colui che è vicino».
A cura di Giuseppe Magnanelli