Domenica 24 aprile mons. Sandro Salvucci ha salutato la comunità di Montegranaro con una S. Messa presieduta del Vescovo Trasarti
Montegranaro
La tristezza vissuta nei primi giorni dell’annuncio per l’allontanamento di un parroco tanto amato ha lasciato presto spazio alla consapevolezza ed alla crescente gioia vissuta dalla comunità cristiana di Montegranaro e di quella del Fermano che con orgoglio ed entusiasmo accompagneranno, domenica 1° maggio, don Sandro Salvucci nel suo nuovo percorso da arcivescovo metropolita di Pesaro.
Comunità. L’ultimo incontro con la cittadinanza che lo accolse sette anni fa si è svolto domenica 24 aprile nella chiesa di Santa Maria, ma una staffetta di appuntamenti, lettere, messaggi di stima lo ha circondato di affetto in quest’ultimo mese dal suo primo “Sì” ad aprire questa sua nuova ed importante fase della sua vita. Un “Sì” come quello pronunciato 30 anni fa quando venne ordinato diacono e poi sacerdote. La comunità Fermana si è stretta intorno, legata ad un filo solido di affetto, come fanno un po’ gli alpinisti, dal canto loro, nel loro scalare la cima della montagna in ferrata. Proprio alla metafora della ‘cordata’, don Sandro Salvucci ha affidato il suo saluto alla sua gente che in questo giorno di festa gli ha fatto dono di un kit da alpinista. «La paura che ho provato all’inizio, nei giorni dell’annuncio, ha ceduto il posto anche ad una consolazione e anche a una forza che non immaginavo di trovare – ha affermato don Sandro Salvucci – e questo lo attribuisco alla preghiera di tanti. È come se dal giorno dell’annuncio avessi sperimentato che questa consacrazione che viene dalle persone che mi dicono, “vai, coraggio, noi ti accompagniamo. Non sei affatto da solo”. Questo mi dice che anche la vocazione non è un affare di una persona sola, è una questione di Comunità. La mia missione so che è sostenuta da tanti – ha aggiunto – come lo stesso farò io per voi. Penso ai parroci, alle mamme, alle spose agli sposi, ai nonni, ai ragazzi, tutti hanno la loro fatica ed hanno bisogno di essere in “cordata”. Si sale verso le vette agganciati, l’uno all’altro, stretti alla fune, potendo contare sull’aiuto di fratelli e sorelle che vedono la tua fatica e ti tengono la mano. Ecco io sento che ho la mano tesa di tante persone che mi aiutano ma voglio fare altrettanto con loro».
Interculturalità. Un saluto trasversale quello dei cittadini perché ognuno, a modo proprio, ha voluto tributare a colui che presto sarà Mons. Salvucci, il ringraziamento per quanto portato avanti nel tempo, la vicinanza agli ultimi, il supporto alle fragilità delle famiglie, al bisogno di attenzione dei giovani, delle coppie, degli anziani. Quel camminare in ‘cordata’ si è rivelato anche con gli attestati di stima della comunità islamica di Montegranaro che ha voluto tributare in chiesa segni di amicizia per il cammino percorso insieme nell’ottica del rispetto e della pace. Toccanti le parole di un giovane che ha parlato a nome del Centro culturale islamico locale con cui don Sandro ha intrecciato rapporti di amicizia. «Caro don Sandro ti scrivo questa lettera per tutti i bei momenti passati insieme. Sei stato una persona corretta e rispettosa che ha sempre trovato il giusto approccio per relazionarsi con me e anche con gli altri. La tua bontà e gentilezza sono infinite e parlare con te è veramente un momento di pace e serenità. Dopo ogni nostra conversazione mi hai sempre lasciato un bel messaggio e un bel segno. I nostri progetti insieme saranno un ricordo indelebile perché sono stati il punto di riflessione per tanti adulti e soprattutto per tanti giovani e questa nostra speranza per un futuro pacifico per i nostri giovani ci rende simili. Abbiamo in comune il coraggio di lottare per quello che crediamo e la speranza che un giorno la pace sia in tutto il mondo. Siamo riusciti sempre a trovare un punto di incontro perché il dialogo era la chiave per la aprire la porta chiamata comprensione e ti ringrazio anche per questo».
Pennacchio/Trasarti. L’invito a pregare per il cammino intrapreso da don Sandro, arriva con emozione e sincero affetto da Mons. Rocco Pennacchio Arcivescovo Metropolita di Fermo: «Certo ci dispiace che non potrà essere più parroco qui a Montegranaro don Sandro ma è sempre in mezzo a noi. Semmai dobbiamo ringraziare il Signore che il Papa non lo abbia mandato, lontano, a fare il vescovo. Lo avremo qui come vescovi, corresponsabile di questa vita comune della chiesa nella nostra regione. Auguro a don Sandro di tenere sempre la barra dritta, di fare tutto annunciando il Signore che è vivente e ci ha amato ed ha dato sé stesso, come dice San Paolo».
Parole di stima da Mons. Armando Trasarti Vescovo di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola che ha presieduto la S. Messa di saluto della comunità di Montegranaro. «Pensate ad un figlio con un progetto di vita – ha detto Trasarti – mi raccomando non pensate mai ad un figlio sistemato, ma un figlio che il buon Dio chiama ad un servizio con le gioie e le fatiche di ogni esperienza umana. L’episcopato non toglie le fatiche di scegliere, di camminare, di soffrire, come tutte le storie umane, solo che avrà la sua nuova famiglia. Quell’anello che gli metteranno non è un portafortuna, ma segno della sponsalità con la diocesi di Pesaro. È nominato vescovo di una comunità precisa. Mons. Franceschetti lo portò fino al punto di morte. L’anello è sponsalità per tutta la vita. Qualche volta la sposa è faticosa. Qualche volta ti dà dolcezze inaudite. Quindi vi auguro ogni cosa, pregate per lui, vogliategli bene, e ricordatevi che il suo sarà un progetto di vita che il buon Dio ci ha indirizzato».
DI TAMARA CIARROCCHI Direttrice “La Voce delle Marche” – Arcidiocesi di Fermo