La cerimonia di consacrazione presieduta dall’arcivescovo Tani con numerosi sacerdoti le Confraternite e un grande numero di fedeli.
Quella di domenica 24 aprile è stata una giornata di grande significato e di forte suggestione per il nuovo Santuario di Ca’ Staccolo di Urbino dedicato al Sacro Cuore di Gesù. Dopo molti anni, anzi dopo vari decenni di progettazioni, raccolta di contributi, esecuzioni dei lavori, si è giunti finalmente alla realizzazione dell’opera voluta da Elia Bellebono, un umile artigiano che poi diventerà un amatissimo sacerdote.
Popolo. I momenti più alti della vita del nuovo Santuario sono stati l’inaugurazione, avvenuta alla presenza del Cardinale Bassetti, Presidente della CEI, e la consacrazione del Santuario al Sacro Cuore di Gesù, con cerimonia solenne e molto partecipata svoltasi lo scorso 24 aprile, domenica della Divina Misericordia. La cerimonia alla quale ha partecipato l’arcivescovo Giovanni Tani è stata condotta dal parroco mons. Piero Pellegrini. L’atmosfera festosa è stata accompagnata dai canti, armonicamente ordinati e gioiosi ai quali hanno contribuito le tre suore che sono giunte dall’estremo oriente per contribuire all’attività del Santuario. Ciò era nei desideri di Elia Bellebono, profeta ancor prima di diventare sacerdote seguendo, senza saperlo, il filo conduttore presente nella storia millenaria della Chiesa. Ossia il coinvolgimento del popolo con simboli semplici che sono poi la base della religione popolare: tra essi il Sacro Cuore di Gesù che si è incarnato nei vari ordini religiosi in particolare quello dei Gesuiti, come si nota nel richiamo costante e continuo di papa Francesco che invita a negoziare la pace in Ucraina pensando al popolo e alle sue sofferenze.
Spiritualità. All’Atto di Consacrazione erano presenti rappresentanti di tutta la Diocesi che si dilata nella vallata del Metauro fino all’Appennino dell’Umbria e della Toscana. Un entroterra esteso che ha bisogno del suo Pastore per la sua religiosità popolare e spirituale, per l’ecologia e per l’ambiente. Anche per questo la gente della Diocesi è venuta in Urbino numerosa a pregare nel bel Santuario consacrato al Sacro Cuore di Gesù, prosieguo di quella storia secolare che registra la presenza di Santa Veronica Giuliani a Mercatello sul Metauro, la cui casa natale diventata chiesa del monastero delle Clarisse cappuccine, fu dedicata nel 1772, “fra le prime al mondo”, proprio al Sacro Cuore di Gesù. Santa Margherita Maria Alacocque che istituì i primi Venerdì del mese, rimarcava l’invito alla preghiera per la salvezza universale. E ancora prima, nella spiritualità dei monti e delle valli della nostra diocesi appenninica, si era imposta la figura di Margherita della Metola, già beata, ora Santa.
Confraternite. Presenti anche numerosi preti dell’arcidiocesi e le Confraternite, con le loro tuniche tipiche, nate tra Tre e Cinquecento, in un intreccio fra storia religiosa e storia sociale, in risposta alle guerre e alle pandemie del tempo. Confraternite ancora vive e fondamentali oggi per il mantenimento delle loro chiese, della loro storia, della cultura e dell’arte. Questi Oratori, con i loro Organi della musica e del canto, sono stati sempre fonti di educazione popolare. Nei sei monasteri di clausura di Urbino, Urbania, Mercatello e Sant’Angelo in Vado hanno avuto ed hanno il valore aggiunto di un forte connotato di spiritualità, da rimeditare e rivivere con l’aiuto dell’invocazione di don Elia “Cuore di Gesù, pensaci tu”.
Di Sergio Pretelli