Sulle donne sulla via del Calvario si è soffermata la riflessione del Vescovo Armando, lunedì 7 marzo in Cattedrale, in occasione del primo Quaresimale, animato dalla Cappella Musica del Duomo di Fano diretta dal M° Stefano Baldelli, trasmesso anche in diretta streaming sul sito www.fanodiocesi.it.
Compassione. Il Vescovo si è soffermato sulla compassione delle donne. “Nel Vangelo di Luca vengono descritte delle donne che stanno seguendo Gesù mentre sale al Calvario; il testo dice: “lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui” (Lc 23,27). La donna riesce ancora a piangere vedendo che un giusto viene umiliato e offeso. La donna riesce a provare compassione, un termine che nel Vangelo è potentissimo. Spessissimo nella Bibbia – ha proseguito il Vescovo – Dio è presentato come una madre a cui si rivoltano le viscere perché patisce per l’amato. E’ straordinario sapere che il nostro Dio è un amore materno che patisce, che prova misericordia e compassione per l’amato che soffre e gli si rivoltano le budella. Solo una madre può capire fino in fondo tutto ciò, solo le donne possono sentire in maniera divina. E se torniamo alla passione, ancora Giovanni ci dice che sotto la croce stavano quattro donne: Maria, la madre, la sorella di Maria, Maria madre di Cleopa e poi Maria di Magdala. Tutti sono scappati, solo le donne sono rimaste. Il verbo dell’amore è “restare”.
Veronica. Il Vescovo ha ricordato la figura della Veronica. “Tra le pieghe di questo nascosto protagonismo femminile, voglio ancora ricordare un personaggio che, pur non citato nei vangeli canonici, ma solo in un vangelo apocrifo, ha avuto uno straordinario successo nei secoli, la Veronica. Secondo la tradizione, durante il cammino che Gesù compie verso il Calvario, questa donna pone sul volto del Nazareno un fazzoletto di lino per asciugargli sangue e sudore; sul telo resterà impressa l’immagine del volto del condannato. Questo gesto ha avuto molto successo nel corso del tempo. Alla Veronica viene dedicata la sesta stazione della Via Crucis. La Chiesa ha canonizzato una donna che in realtà non è mai esistita – non esiste infatti alcuna testimonianza storica. Attorno a Gesù, fino all’ultima sua ora, si stringe un mondo di madri, di figlie e di sorelle. Accanto a lui noi ora immaginiamo anche tutte le donne umiliate e violentate, quelle emarginate e sottoposte a pratiche tribali indegne, le donne in crisi e sole di fronte alla loro maternità, le madri ebree e palestinesi e quelle di tutte le terre in guerra, le vedove e le anziane dimenticate dai loro figli. E’ una lunga teoria di donne che testimoniano a un mondo arido e impietoso il dono della tenerezza e della commozione, come fecero per il figlio di Maria in quella tarda mattinata gerosolimitana. Esse ci insegnano la bellezza dei sentimenti: non ci si deve vergognare se il cuore accelera i battiti nella compassione, se talora affiorano sulle ciglia le lacrime, se si sente il bisogno di una carezza e di una consolazione”.
La registrazione e il testo integrali del primo Quaresimale sono disponibili su www.fanodiocesi.it