Nella concattedrale vadese è stata vissuta con tanti bambini la festa del Bambinello di Praga il cui simulacro si trova nel Convento delle Serve di Maria.
Come ogni anno si è vissuta in Cattedrale la festa dedicata al Bambinello di Praga, che vede protagonisti scuole, insegnanti e bambini con i loro genitori, uniti in una festa familiare che prolunga la dolcezza del Natale sino alla fine di gennaio. La ricorrenza è l’occasione per stringere nuove amicizie e nuove figliolanze fra la città vadese e le Serve di Maria, che conservano il prezioso simulacro del bambinello ed il secolare culto; ogni anno le monache invitano i bambini a festeggiare il piccolo Re, con la protezione celeste sugellata dalla tradizionale iscrizione al santuario di Arenzano. Significative sono state le preghiere preparate da bambini e da alcune classi dell’Istituto scolastico Carnevali di Sant’Angelo in Vado accompagnati dai loro insegnanti. I bambini hanno anche voluto presentare i loro risparmi, per essere vicini agli scolari della Repubblica Democratica del Congo, aderendo al progetto parrocchiale: Coloriamo l’Africa, vissuto nel giorno dell’Epifania, con la raccolta di denaro per l’acquisto di materiale didattico.
Culto. Questo culto, nella comunità cristiana, risale a più di un millennio fa e il suo contenuto rimanda alla contemplazione del mistero dell’Incarnazione del Signore. Nei monasteri delle monache carmelitane Scalze nella Spagna del XVI-XVII sec. la sottolineatura dell’incarnazione e il culto per l’infanzia di Cristo trovarono una profonda risonanza popolare. Quando la principessa Maria Manrique de Lara sposa ad un nobile ceco Vratislav di Pernstein, lasciò in dote alla figlia Polyssena il suo bambinello, il culto prese piede anche in Boemia. Il simulacro fu in seguito affidato ai Carmelitani di quella città nel 1628: Gesù Bambino appare in abiti regali e con le insegne da sovrano, nell’atto di benedire, mostrando insieme alla vera umanità di Cristo, anche la sua divinità. Il culto al Gesù Bambino giunse ad Arenzano nel 1900, grazie a un piccolo quadro esposto dai Carmelitani nella loro chiesetta. Questo semplice atto di pietà dette avvio a uno straordinario movimento di devozione, accompagnato da grazie e miracoli; nel 1902 il quadretto fu sostituito da una statua simile a quella di Praga. Il culto al santo Infante arrivò a Sant’Angelo in Vado ad opera di una mamma della famiglia Spezi, che vedendo partire per la guerra uno dei figli, lo affidò nella preghiera al Bambinello di Praga e fece voto di acquistare una piccola scultura del divino infante, poi donato alla chiesa di S. Caterina al Corso.
Affidamento. La devozione è comprensibile all’interno del mistero dell’incontro fra la famiglia divina e la famiglia umana. Negli ex-voto d’argento attorno alla statua del bambinello, in forma di piccole manine, scopriamo le tracce di quell’affidamento che dovremmo ricercare in questo tempo sinodale: ritrovare in Gesù la novità «Rabbì, (maestro), dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui» (Gv 1,38-39). Vedere, fare esperienza di Dio, della tenerezza che sa vincere il mondo è la condizione per far spazio al suo disegno che realizza quello che non sappiamo intuire: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt,18-3). Il cammino sinodale, nel suo piccolo esodo gioioso, è chiamato a realizzare la vocazione di chiesa particolare, di essere un presepe famigliare, dove viene confessato un cammino di fiducia in quella lucina sperduta nella notte, che svela in quella mangiatoia il divino Infante.
Di Mons. Davide Tonti