Lo scorso 19 marzo è stata una giornata speciale per la comunità di Urbino: sono tanti secoli che si festeggia San Giuseppe nella città feltresca, e sono esattamente 521 anni che lo si festeggia a cura della confraternita omonima che lo ha adottato come patrono. Tuttavia in questo anno tanto particolare, in cui siamo limitati sotto tanti punti di vista, c’è un dono che ci accompagna: l’anno giuseppino, indetto da Papa Francesco lo scorso 8 dicembre. La giornata del 19 marzo ha visto quindi l’apice delle celebrazioni giuseppine organizzate congiuntamente lungo tutto l’anno da confraternita e parrocchia. Dopo la messa prefestiva celebrata giovedì sera, venerdì mattina l’oratorio si è riempito di musica e di incenso. La prima, grazie alle note dell’antico organo suonato dal m° Lorenzo Antinori; il secondo, tramite il turibolo, uno dei tanti argenti e suppellettili sacre che l’oratorio può vantare grazie alla generosità dimostrata nei secoli da numerosi confratelli, in primis gli Albani, tra cui Orazio, Annibale e Gianfrancesco, ovvero papa Clemente XI, di cui lo stesso giorno ricorrevano i 300 anni dalla scomparsa. La chiesa è stata riempita quasi al massimo della capienza imposta dalle normative e tanta gente è passata nel corso della mattina anche solo per una fugace preghiera. L’iniziativa delle zeppole di beneficenza ha avuto un successo oltre le aspettative, permettendo alla confraternita, in un momento di forte difficoltà economica dovuta alla chiusura del museo, di riprendere fiato e proseguire i lavori di restauro già intrapresi. La sera, il solenne pontificale si è tenuto invece in cattedrale, per permettere a più fedeli di partecipare. Ha celebrato l’arcivescovo Tani con la presenza dei confratelli di San Giuseppe. Fino al 30 marzo, tutte le messe feriali si tengono alle 18 in oratorio. Da aprile alla fine dell’anno, ogni mercoledì.
Giovanni Volponi