Cambiano i volti, la lingua, il continente ma le sofferenze sono le stesse. In Venezuela non vi è stata una guerra come quella che da oltre 8 anni affligge la Siria, ma il regime marxista di Maduro ha ridotto il Paese in ginocchio. Mancano l’acqua, l’energia elettrica, i generi alimentari e la moneta continua a svalutarsi, tanto che con uno stipendio minimo mensile non si riesce neanche ad acquistare un cartone di uova. Tra le vie di Caracas, così come in quelle di Aleppo, vi sono madri in cerca di aiuto per dar da mangiare ai propri bambini, vi sono malati che non possono permettersi di acquistare medicine, anziani lasciati soli perché i propri figli sono stati costretti ad emigrare per trovare un pur minimo sostentamento per le proprie famiglie. In Siria, così come in Venezuela è la mano caritatevole della Chiesa a rispondere alle esigenze di un popolo ormai allo stremo.
Ad Aleppo nei giorni scorsi abbiamo incontrato Mariam con il marito Georges ed i loro tre figli che beneficiano del progetto Goccia di Latte sostenuto dalle Chiese cattolica e ortodossa grazie alla Fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre. Ogni mese sono 5mila i neonati e i bambini cristiani fino a 10 anni che in Siria ricevono latte in polvere.
Mariam, quanto è importante questo aiuto per voi?
È essenziale. Il latte al mercato è troppo costoso. Un cartone costa 3mila lire siriane (circa 5 euro), e lo stipendio di mio marito è di appena 30mila lire siriane (50 euro). Non potremmo mai acquistare il latte necessario a far crescere i nostri tre bambini. Prima che iniziasse Goccia di latte nel 2015 i miei figli non bevevano latte ed erano sempre malati. Io e mio marito eravamo disperati, avevamo perfino pensato di andare all’estero.
Poi avete cambiato idea?
Sì. La certezza di avere di che nutrire i nostri figli ci ha dato maggiore serenità ed ha alleviato la nostra sofferenza in questi anni drammatici. Noi vogliamo rimanere in Siria. È la nostra patria ed è qui che vogliamo crescano i nostri figli. È stata una grande sofferenza per noi vedere tanti nostri amici cristiani abbandonare il Paese. Negli anni più bui, ogni domenica a messa la Chiesa era sempre più vuota. Ora qui ad Aleppo non ci sono più scontri, anche se la vita è dura e viviamo in povertà. Ma grazie a Goccia di latte siamo almeno sicuri che i nostri figli cresceranno in salute. Per questo vogliamo ringraziare i tanti nostri fratelli nella fede che da tutto il mondo ci sostengono. Il vostro aiuto, espressione concreta della vostra vicinanza, ci ha permesso di sopravvivere. Ogni giorno vi ricordiamo nelle nostre preghiere. Vi prego, abbiamo ancora tanto bisogno di voi!
Anche in Venezuela la situazione è drammatica, come ci racconta il vescovo di San Carlos, monsignor Polito Rodríguez Méndez.
Eccellenza, come vive la popolazione venezuelana oggi?
Viviamo sotto una dittatura che ha privato il popolo di qualsiasi libertà. La povertà ha raggiunto proporzioni inimmaginabili e la maggior parte della popolazione non ha da mangiare perché i prezzi dei generi alimentari continuano ad aumentare. Un cartone di uova costa ormai 80.000 bolivares, circa 5 dollari, ovvero lo stesso importo del salario media mensile. Come fa a mangiare una famiglia? Sono oltre 110.000 i bambini malnutriti, mentre 5 milioni di venezuelani sono emigrati all’estero, costretti a lasciare qui i loro figli con i nonni. Quante famiglie distrutte!
La Chiesa cerca di far fronte anche a queste necessita dei fedeli, attraverso le “pentole solidali”. Come sono organizzate?
In ogni parrocchia del Venezuela, uno o più giorni a settimana, viene organizzata una mensa in cui chiunque può mangiare. Cerchiamo di assicurare loro i nutrimenti essenziali, pensando soprattutto ai bambini. Purtroppo però le nostre risorse sono limitate. Nessuno dei fedeli può donarci nulla e la colletta mensile raggiunge a malapena 3 o 4 dollari. Anche i sacerdoti non riescono a mangiare.
È solo grazie al sostegno ricevuto attraverso realtà come Aiuto alla Chiesa che Soffre che riusciamo ad andare avanti nella nostra opera di carità. Senza di voi non potremmo farcela. Per cui vi supplico, aiutateci ad aiutare questi nostri fratelli che rischiano di morire di fame!
A CURA DELLA REDAZIONE