Cari lettori di Penna Libera Tutti, è da un po’ di tempo che non mi faccio vivo e così ho deciso di scrivere il mio ultimo articolo dato che tra poco più di un mese finirò di scontare la mia pena.
Vorrei parlarvi del “famoso” reinserimento nella società, dove ogni singola persona che fa parte di tutto il sistema sociale dovrebbe impegnarsi per far sì che ciò avvenga, ma tutti sappiamo che il reinserimento non è una cosa facile perché purtroppo si combatte ancora con i pregiudizi delle persone. Beh, io non ho né gli strumenti né le competenze necessarie per parlare di reinserimento ma vorrei cercare di dare il mio piccolo contributo attraverso quest’articolo per far si che le persone competenti non ci ignorino. Non amo troppo parlare di me ma in questo caso prendo come esempio la mia situazione.
Io ho fatto tantissimi anni di carcere, sette per essere più precisi e fortunatamente come vi ho detto prima, sono vicinissimo a riprendermi la vita. Sono entrato ragazzino e inconsapevole di ciò che mi succedeva intorno e sicuramente uscirò uomo ma soprattutto con la consapevolezza di avere dei valori che purtroppo ho sempre ignorato. Però è deludente sapere che dopo sette anni di carcere nessuno è riuscito a darmi una possibilità per reinserirmi, anzi sotto un certo punto di vista si sta anche cercando di farlo ma è troppo tardi, anche perché reinserire una persona dopo sette anni di carcere e con la rimanenza di cinquanta giorni dal fine pena è a dir poco ridicolo.
Giuro che non voglio essere polemico ma purtroppo con me hanno fallito e la cosa che mi fa rabbia, anzi mi faceva rabbia, è che non lo ammettono. Ma soprattutto rimango deluso quando vengono minimizzati i miei pensieri e le mie paure.
Come dicevo poco fa, ora non sono più arrabbiato, oggi come oggi sono sereno, molto sereno perché mi sono reso conto che non ho colpe e ce l’ho messa tutta per diventare la persona che sono ora ma soprattutto sono sereno perché so che quando uscirò ci saranno le persone che mi vogliono bene a supportarmi e quindi sono più che convinto che con un po’ di volontà riuscirò a reinserirmi in questa società.
Vi sto dicendo questo perché non tutti hanno la mia stessa fortuna che è quella di avere una famiglia presente. Io ne ho visti tanti uscire di qui, abbandonati a se stessi per poi rientrare dieci giorni dopo perché senza soldi e senza un tetto dove poter andare a dormire. Beh io non voglio giudicare nessuno anche se avrei mille motivi per farlo ma non lo faccio, proprio perché so cosa significa essere frutto di discussione con chi non riuscirà mai a mettersi (in questo caso) nei miei panni.
Però credo sia ora che chi è competente nel reinserire i detenuti si faccia un bell’esame di coscienza per far sì che le cose cambino.
EMANUELE RONGHI