In questi giorni è morto un amico. Dopo il primo lancinante dolore al momento dell’evento, la vita quotidiana ti risucchia nella congerie delle mille cose da fare e la mente si distrae. Però, appena ci si ferma un attimo, alla sera andando a letto o quando ti alzi, subito riaffiora il pensiero di chi è scomparso e insieme ad esso le inevitabili domande: perché? Perché adesso? Perché proprio lui? È finito tutto? E allora devi andare in fondo al cuore a cercare, con tutta la fede e la speranza di cui sei capace, motivi per non disperare. E mi viene in mente quella porticina bassa, così bassa che ti devi chinare molto per entrare, che a Gerusalemme ti introduce nella piccola camera mortuaria del sepolcro di Cristo. Lì, sopra quella porticina, è scritto nel greco del Vangelo: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. Sì, il nostro cuore non si sbaglia quando sente nel profondo che non è finita qui; che la morte non è l’ultima parola; che Cristo è davvero risorto e quindi che sì, ci rivedremo!
MARCO DI GIORGIO (sacerdote diocesi di Pesaro)