Papa Francesco, nel suo Messaggio per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato 2019, ci parla della “vocazione alla fraternità” per la costruzione di un mondo in dialogo sempre più rispondente al progetto di Dio. E lo fa con un invito a “recuperare alcune dimensioni essenziali della nostra esistenza cristiana e della nostra umanità, che rischiano di assopirsi in un tenore di vita ricco di comodità.”
Il tema scelto dal Papa “non si tratta solo di migranti” ci interpella: “interessandoci di loro ci interessiamo anche di noi, di tutti; prendendoci cura di loro, cresciamo tutti, ascoltando loro, diamo voce anche a quella parte di noi che forse teniamo nascosta …”
Il Papa declina poi 7 risposte, una bussola per muoverci all’interno di questo mondo globalizzato, ma sempre più indifferente offrendoci gli strumenti per vincere il declino morale e la tacita legittimazione della cultura dello scarto.
Si tratta delle nostre paure, della carità, della nostra umanità, di non escludere nessuno, di mettere gli ultimi al primo posto, si tratta di tutta la persona, di tutte le persone, si tratta di costruire la città di Dio e dell’uomo.
Papa Francesco conclude richiamando l’uso dei famosi quattro verbi nel rapporto con chi fatica a vivere: accogliere, proteggere, promuovere e integrare; ci dice: “Essi esprimono la missione della Chiesa verso tutti gli abitanti delle periferie esistenziali, … ci aiutano a leggere i segni dei tempi. Attraverso di loro il Signore ci chiama ad una conversione, a liberarci dagli esclusivismi, dall’indifferenza e dalla cultura dello scarto. … il Signore ci invita a contribuire, ciascuno secondo la propria vocazione, alla costruzione di un mondo sempre più rispondente al progetto di Dio”. Siamo tutti chiamati alla fraternità universale!
EMILIO PIETRELLI (Direttore Caritas Diocesana Pesaro)