Il tema della violenza sulle donne è ormai presente quotidianamente in ogni notizia. È stato creato un termine per descrivere l’omicidio di una donna già vittima di abusi e violenze: femminicidio. Secondo me per ridurre al minimo o magari fermare questo fenomeno è necessario parlare con la popolazione attraverso iniziative e progetti in particolare ai più giovani, in modo da avere tra qualche anno una generazione di uomini responsabili e capaci di riconoscere la dignità altrui, in particolare delle donne e non fare loro alcuna violenza né fisica né psicologica.
Perché pensare che la “violenza contro le donne” sia soltanto lo stupro? Quello è un reato molto grave ma non è l’unica forma di violenza contro le donne. Possiamo riassumere la violenza con tre parole, “Minacciare – Umiliare – Picchiare”. La violenza di genere non è solo l’aggressione fisica ma c’è anche violenza psicologica, ricatto economico, minaccia e persecuzioni. Ma chi è il carnefice? Extracomunitari rabbiosi? Ragazzi sbandati delle periferie? Malati di mente? Tossicodipendenti? Personaggi al limite della società? I casi di violenza fra coppie che provengono da culture e paesi diversi dall’Italia sono minori. Le violenze familiari sono la prima causa di morte e le donne sono in più della metà dei casi uccise da mariti, fidanzati, compagni ed ex compagni nella maggior parte italianissimi. Perché questa violenza sulle donne?
L’elemento che si radica nel profondo è il mancato riconoscimento dell’identità delle donne, come individui di pari diritti, con pari sentimenti e sensazioni, con pari desideri, con pari responsabilità, con pari diritti di opportunità, con il desiderio, e inviolabile diritto, di scegliere quello che è meglio per loro.
Purtroppo ancora oggi è facilissimo trovare uomini che spesso se ne escono con frasi tipo “le donne sono tutte uguali, etc..”, oppure “la donna deve stare in casa a lavare etc..”, ci scherzano su, sì, è vero, ma per molti non è solo uno scherzo, per qualcuno è un radicale pregiudizio.
Cosa si potrebbe fare per diminuire la violenza sulle donne? Ci si dovrebbe informare innanzitutto, ad esempio sulle culture, passate o odierne, in cui la donna non è per nulla discriminata o addirittura, come in certe lontane culture, rispettata maggiormente per il suo naturale contributo superiore alla vita, informarsi come nella nostra cultura, la donna abbia avuto un’immagine sociale simbolica ben diversa da oggi, e come questo sia da confrontare in primis con la conoscenza odierna e con lo sfatamento progressivo delle superstizioni e dei miti.
Ricordiamoci sempre che la responsabilità è la nostra come comunità di persone.
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