Parlare alle nuove generazioni può sembrare, a menti inesperte e ad occhi poco osservanti, impresa ardua. In realtà lo è per coloro che restano confinati al loro modo di vedere il mondo e la sua evoluzione, senza fruizione di idee, senza cercare il confronto, accettare pensieri liberi e differenti dai nostri. La grande ragnatela delle comunicazioni sta tessendo una fitta rete di iperconnessioni virtuali tra individui in carne ed ossa. Le persone entrano in una connessione sociale virtuale, condividendo ogni istante della propria vita sulle macro piattaforme dei social network, non ponendo più una linea di confine tra vita pubblica e privata.
Blog. Occorre risalire all’anno 1997 dove un semplice cittadino americano crea il primo blog quasi elementare che racconta una passione: la caccia. Il blog nasce per raccontarsi, aggregarsi, condividere: essi sono i pilastri saldi di questo nuovo mondo socialmente virtuale, ovvero far scorrere tra i tasti di una tastiera ciò che i nostri occhi osservano, le nostre menti assorbono, i nostri cuori percepiscono.
Raccontarsi. Il desiderio di raccontarsi era già presente all’epoca degli ormai inusuali diari segreti, dove trovavano spazio emozioni positive o negative, che ciascuno di noi teneva ben nascosto dalle mani curiose delle madri. Ora queste emozioni vengono divulgate senza problemi nel mondo virtuale, alienando ciò che prima generava reazioni corporee, fatte di sguardi, agitazione cardiaca e motoria, sudorazione, ecc. Qual è allora il legame che unisce il mondo cartaceo con quello virtuale?
Esperienze. Permane il bisogno di lasciare traccia dei propri pensieri, delle proprie emozioni, dei propri interessi, ma con il desiderio di renderlo pubblico. Forse per cercare un confronto/scontro diretto e immediato con chi vive medesimi o similari passioni o vissuti quotidiani.
Con l’avvento del blog e dei social network diviene più semplice sfuggire alla responsabilità morale ed etica legata a commenti di poco gusto, che spesso vengono rilasciati in forma anonima.
Se da un lato accogliamo con estrema voracità ciò che di innovativo concede questo nuovo mondo di corrispondenza condivisa, dall’altro restiamo atrofizzati nel valutarne i rischi.
Potremmo imbatterci in un fake che sotto mentite spoglie scrive o adesca persone poco attente ad accertarsi dell’identità di chi si trova dall’altra parte dello schermo oppure sostituire l’incontro schermato da pc, tablet, smartphone a quello vis à vis, perdendo in tal modo il bagaglio emozionale inevitabilmente legato all’appuntamento con l’altro.
Educazione. Si dovrebbero sostenere i giovani all’utilizzo delle tecnologie, dei rischi e delle responsabilità di cui sono investiti. In questo nuovo mondo i giovani dovranno essere educati a crescere e a sviluppare un pensiero critico e consapevole, che li allontani da pensieri massivi e non individualistici.
CRISTINA TONELLI