Refugees Welcome è un’associazione internazionale nata a Berlino da un gruppo di studenti universitari che ospitarono dei profughi Siriani. Oggi promuove l’ospitalità temporanea in famiglia avendo come obbiettivo finale quello dell’inclusione sociale dei rifugiati nel nostro Paese e di conseguenza di combattere e abbattere i pregiudizi e le paure delle persone che, dopo il decreto sicurezza, sono cresciute più di quanto non lo erano prima. Il valore principale che vogliono sostenere è l’accoglienza che per il rifugiato può essere una spinta in più verso l’autonomia anche di natura economica, linguistica o sociale mettendosi in gioco in tutti i sensi e riprendendo la propria vita e le proprie sconfitte in mano.
Famiglia. Questo progetto non ha una funzione di aiuto a senso unico ma a doppio senso perché il rifugiato, grazie all’ospitalità della famiglia, potrà essere agevolato nella conoscenza del paese Italiano e di non essere solo, ma anche le famiglie che decidono di aprire le porte della propria casa avranno l’opportunità di conoscere una nuova cultura, aiutare una persona a costruire un progetto di vita nel nostro Paese e di diventare un cittadino/a più consapevole e attivo/a, creando nuovi legami.
Nella città di Pesaro il primo progetto di convivenza è stato avviato ufficialmente l’11 gennaio 2019, grazie ad una famiglia di Montegiano di Mombaroccio composta da Walter Recchia, sua moglie Daniela ed ai loro figli Thomas e Alice che hanno deciso di ospitare e accogliere Diallo Alghassimou un ragazzo della Guinea Conakry di 18 anni arrivato in Italia da minore solo (in proposito rimandiamo al Nuovo Amico n. 2 del 20/1/19).
Alghassimou, come tanti ragazzi nella sua condizione, quando ha compiuto 18 anni ha dovuto lasciare la comunità per minori che lo ospitava. Il rischio per lui era quello di finire per strada, ma grazie a Walter e a Daniele ora ha una casa, dove può progettare con calma il suo futuro riscattandosi mettendosi in gioco, infatti ha trovato un lavoro presso un albergo nella riviera romagnola per la stagione estiva. Dopo i 5 mesi di convivenza Alghassimou è diventato parte della famiglia, è “un figlio” di cui prendersi cura e sostenere, infatti quando il lavoro li tiene lontani per diversi giorni la mancanza si fa sentire da entrambi le parti.
Diversità. Quindi è la dimostrazione che la diversità spesso è una risorsa che unisce anziché dividere, e che una persona se ha un tetto sulla testa avrà la possibilità di riscattarsi e la tranquillità di poter dimostrare quello che vale con lo scopo approfondire le conoscenze. Questo è sinonimo di affermazione e di autonomia e di integrazione totale all’interno della nostra società in un rapporto corretto e paritario.
ELISA CECCARELLI