La “Torre dell’Avvento” apre quest’anno il mercatino di “Candele a Candelara”, giunto alla XV Edizione. Ma di cosa si tratta? È una struttura verticale che si sviluppa su quattro piani ed ospita altrettante vetrate che vogliono ricordare in maniera monumentale la corona d’Avvento. La Pro Loco di Candelara con questa struttura vuole annunciare che la comunità cristiana si presta a vivere il cammino di preparazione al Natale. Le quattro vetrate ripropongono il tema delle quattro candele: quella del “profeta”, a ricordare le profezie sulla venuta del Messia; quella di “Betlemme”, a ricordare la città in cui è nato il Messia; quella dei “Pastori”, ad indicare le prime persone che videro e adorarono il Messia; quella degli “angeli”, i primi che annunciarono al mondo la nascita del Messia.
Tradizione. La tradizione della corona dell’Avvento nasce nei paesi di cultura germanica ed anglosassone; l’ideatore è un pastore protestante e teologo evangelico Johann Hinrich Wichern (1808-1881), direttore nel 1833 del “Rauhe-Haus” di Amburgo, una casa di rieducazione per adolescenti. Il suo intento era di educare e dare una formazione ai ragazzi senza casa e famiglia in attesa del Natale. Nella versione originale del pastore Wichern erano previste 24 candele, una per ciascun giorno dell’Avvento (quello che oggi conosciamo come Calendario dell’Avvento). La corona d’Avvento si è diffusa attraverso i cattolici d’oltralpe anche in Italia, sia nelle chiese che nelle case private. Così anche la torre “Torre dell’Avvento” di Candelara nasce da una rielaborazione di grandi composizioni che si vedono nei mercatini del Nord: la caratteristica è che la quinta candela, quella bianca, che rappresenta la nascita del Salvatore, è sostituita da una grande stella ducale (citazione della cultura rinascimentale urbinate), e vuole essere un richiamo ai cristiani di non perdere mai di riferimento Cristo, così come i Re Magi hanno avuto come riferimento la Stella Cometa.
Cultura. La festa di “Candele a Candelara” non è solo una delle feste turistiche più importanti del nostro territorio, ma è anche una manifestazione culturale che promuove i valori della solidarietà e della collaborazione, perché è realizzata da oltre 250 volontari. Inoltre la festa è diventata un elemento di forte aggregazione della cittadinanza. Permette alle attività locali di sopravvivere durante tutto l’anno, garantendo alla popolazione di mantenere i servizi primari raccogliendo fondi per l’autofinanziamento delle attività che si fanno durante l’anno. Si va dalla tombola dell’Epifania, alle offerte per le associazioni umanitarie e missionarie. Ed ancora il contributo al progetto per la realizzazione della nuova piazza del borgo che nel 2019 sarà finalmente realizzata dal Comune di Pesaro.