Una tettoia in cemento-amianto (eternit) a ridosso della spiaggia di Levante di Pesaro sul lungomare tra viale Verdi e via Nazario Sauro n. 17/19. La segnalazione ci arriva in redazione ad inizio giugno da alcuni lettori de Il Nuovo Amico molto preoccupati per una situazione di potenziale pericolo per la salute. Stiamo infatti parlando di una copertura di qualche decina di metri quadrati, collocata a sei/sette metri dagli stabilimenti balneari nel cuore dell’estate pesarese tra ristoranti e hotel cinque stelle a due passi dal piazzale della Libertà. «D’accordo la bandiera blu e il tramonto sul mare – ci spiegano i lettori – ma che aria abbiamo respirato fino ad ora e quanta fibra velenosa non vediamo ma esiste nascosta sui tetti degli alberghi?».
Pericolosità. Le malattie legate all’amianto, solo nel 2017, hanno provocato in Italia 6.000 morti e decine di migliaia di nuovi malati. È vero che non tutto l’eternit (messo al bando dal 1994) è pericoloso e che la rimozione è obbligatoria per legge solo nel caso in cui i manufatti non siano stati bonificati o si trovino in cattivo stato di conservazione. La pericolosità nasce quando la copertura perde la sua compattezza rilasciando fibre del minerale nell’aria oppure sul suolo. Ed è proprio ciò che è accaduto sotto la tettoia di via Nazario Sauro che addirittura fungeva da parcheggio per biciclette di decine di ignari bagnanti. A terra perfino lastre ondulate staccatisi dall’alto tra l’indifferenza generale.
Intervento. C’è poi da dire che quand’anche il cittadino volesse segnalare la situazione si troverebbe scoraggiato dal lungo iter burocratico e sarebbe costretto pure a pagare di tasca propria. Ecco perché i lettori si sono rivolti alla nostra redazione ed ecco perché anche noi abbiamo provato lo scorso 12 giugno ad inviare una segnalazione con foto. Poi di fronte al rischio di arrivare a fine estate con un nulla di fatto abbiamo sottoposto ad alcuni tecnici i campioni raccolti e, lo scorso 3 luglio, abbiamo sollecitato l’intervento dell’assessore all’ambiente del Comune di Pesaro, Franca Foronchi che si è subito attiva nonostante fosse in ferie, contattando l’ingegner Bonopera dell’Ufficio Ambiente. E così nella mattina di mercoledì 4 luglio sono comparsi gli operai con le classiche tute bianche e mascherine per rimuovere tutto l’amianto e mettere in sicurezza l’area.
Altri casi. Questa storia si conclude con un lieto fine ma va sottolineato che in questo caso l’eternit era visibile perché quasi ad altezza uomo oltre che caduto a terra. Ecco perché ci sentiamo in dovere di chiedere urgenti controlli anche sulle coperture spesso inaccessibili di altri hotel dismessi. Bene ha fatto il sindaco in passato a sensibilizzare sulla fatiscenza e lo stato di degrado di alcuni edifici ma oltre al decoro occorre una mappatura precisa del rischio amianto soprattutto nell’affollata zona turistica del mare.
Roberto Mazzoli
1 commento
La città è piena di capannoni in uso o dismessi con coperture di amianto, no so con quale coraggio le persone lavorino in questi luoghi e come la gente che vive a ridosso di capanni abbandonati, non si muova con proteste e petizioni.