Con il rito delle ceneri, la Chiesa ha dato solenne inizio alla Quaresima. Molto eloquente è l’orazione che
introduce il rito: «O Dio, che hai pietà di chi si pente e doni la tua pace a chi si converte, accogli con
paterna bontà la preghiera del tuo popolo e benedici questi tuoi figli, che riceveranno l’austero simbolo
delle ceneri, perché, attraverso l’itinerario spirituale della Quaresima, giungano completamente rinnovati a
celebrare la Pasqua del tuo Figlio, il Cristo nostro Signore».
La ricchezza delle proposte. Ad Urbino due appuntamenti hanno caratterizzato, con un tenore
“diocesano”, questo giorno santo. Da un lato la solenne celebrazione eucaristica presieduta a san
Domenico dall’arcivescovo mons. Giovanni Tani e animata dal coro parrocchiale e, dall’altro, un
interessante approfondimento proposto dalle monache agostiniane, inserito nel ciclo di incontri dal tiolo
“I mercoledì di Santa Caterina”, che stuzzicano la città ogni secondo e terzo mercoledì di ogni mese.
Prendendo in prestito il titolo di una riflessione di don Alessandro Pronzato, si è fermata l’attenzione sul
significato di due immagini che aprono lo scenario e ci accompagneranno nei prossimi 40 giorni: le ceneri
(che si accompagnano alla polvere) e il deserto. Il rito di benedizione e imposizione delle ceneri ha un
forte simbolismo. Innanzitutto, le ceneri vengono benedette. Dio, cioè, attraverso la preghiera del
sacerdote, dice bene della cenere… che è la nostra realtà… benedetta da Dio. Quella polvere del suolo
con la quale Dio ci ha plasmati e che dopo il peccato è stata da Lui maledetta, ogni Mercoledì delle
Ceneri (e ogni giorno) ritorna ad essere benedetta nuovamente da Dio.
Dai rami d’ulivo alle ceneri. Le ceneri si ottengono facendo bruciare i rami di palma e di ulivo benedetti
nella precedente Domenica delle Palme. Quei rami, cioè, che avevano acclamato e benedetto Colui che
viene nel nome del Signore (Mt 21,9), trasformati, sono benedetti a loro volta dallo stesso Signore. Il
deserto è l’immagine-simbolo della I Domenica di Quaresima. Come per Israele, così anche per Gesù il
deserto è il luogo della prova, ma egli supera la tentazione con l’affidamento di sé a Dio e alla sua Parola
e così il deserto si trasforma in giardino.
Il cammino quaresimale. La Quaresima, poi, è il tempo ideale per la conversione: il ritorno a Dio che fa
di noi nuove creature, ripetendoci – come in principio – che è cosa molto buona. Un’occasione ghiotta e
propizia per riflettere e giungere alla conversione del cuore, situazione imprescindibile per giungere a
Pasqua ben preparati, è il messaggio di papa Francesco per questa quaresima, intitolato «Per il dilagare
dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti» (Mt 24,12). «Rispondendo a una domanda dei discepoli, –
esordisce il papa – Gesù annuncia una grande tribolazione e descrive la situazione in cui potrebbe trovarsi
la comunità dei credenti: di fronte ad eventi dolorosi, alcuni falsi profeti inganneranno molti, tanto da
minacciare di spegnere nei cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo».
Monache Agostiniane