Nella novena dell’Immacolata, il biblista padre Donato Grilli, ha saputo coinvolgere i fedeli suscitando il piacere di riscoprire la genuinità dell’amore alla Vergine, facendo emergere con chiarezza, la coerenza del suo comportamento nella semplicità e nel nascondimento.
Sull’Immacolata la Chiesa ha sempre mantenuto un atteggiamento prudente
Il dogma è stato proclamato da Papa Pio IX nel 1854, ma già dal XIII secolo, il francescano Duns Scoto nei suoi scritti, parla di Maria. La Chiesa è stata prudente perché anche per un credente è difficile ammettere ed affermare che la Vergine sia stata preservata, come unica creatura, dal peccato originale. Ciò è’ ancora più difficile in coloro che hanno una fede razionale alla quale tutto deve sottostare.
L’Immacolata è per i francescani la festa mariana più significativa. Perché?
La novena e la festa dell’Immacolata sono molto sentite nella comunità francescana, sia religiosa che laica. Questo si spiega perché S. Francesco, sin dall’inizio, si è messo sotto la protezione della Vergine.
Lo stesso San Francesco era animato da grande affetto per la Vergine!
La prima fraternità abitò alla Porziuncola ad Assisi e il Serafico Padre Francesco spesso ripeteva ai suoi frati che, se li avessero cacciati da quel luogo, sarebbero dovuti rientrare dalla finestra, tanto per sottolineare la forza della presenza di Maria perché Madonna dell’ascolto e prima discepola di Gesù.
Come non ricordare l’incredibile amore di un altro francescano, padre Massimiliano Kolbe, martire ad Auschwitz?
Nel nostro Ordine è considerato il “mariano” per eccellenza. Tutte le sue opere le ha eseguite nel nome di Maria e si definiva il cavaliere dell’Immacolata. L’eroico gesto di dare la sua vita al posto di un padre di famiglia, rappresenta l’amore portato alle estreme conseguenze. E’ stato un martire per la fede e spesso era abituato ripetere: “solo l’amore crea”. E questo acquista certamente maggiore forza in un campo di concentramento.
Perché è così familiare anche in tanti uomini e donne non credenti?
Nella tradizione popolare la semplicità di Maria ha sempre attirato anche i non credenti. Pur avendo dato la vita al Salvatore, è stata sempre in disparte. Era una ragazza di 14 anni e questo ha generato nei secoli fino ai nostri giorni, stupore e desiderio di conoscerla più in profondità.
Questa chiesa di S. Francesco ad Urbino in questi giorni è stata molto frequentata da studenti universitari, quale messaggio si sente rivolgere loro?
La presenza di giovani a Messa solitamente non è molto frequente. Pertanto in questi giorni ho voluto proporre ai ragazzi partecipanti, partendo dalla Parola di Dio, come cercare di imitare Maria, a cominciare dalla sua vita ordinaria. Una donna forte e coraggiosa che ha saputo affrontare le difficoltà della vita, fino a stare sotto la croce. Dopo la Risurrezione è riuscita a tenere uniti i discepoli che erano pervasi da dubbi e delusioni. Ho augurato loro di saper affrontare le sfide di questo tempo, senza lasciarsi attrarre da futili messaggi, ma restare presenti come Maria anche nelle difficoltà di ogni giorno.
Giuseppe Magnanelli