URBINO – Viene definito “cimitero monumentale” ma non viene trattato come un monumento. I monumenti, infatti, hanno bisogno di cure, di manutenzione e di adeguamento alle necessità. Nel nostro caso, secondo molti urbinati, c’è carenza di interessamento e di interventi. Parliamo del camposanto di Urbino di cui molti evidenziano lo stato di precarietà delle strutture esistenti e di insufficienza delle medesime al fabbisogno, una penuria che si trascina da tempo, costringendo gli interessati a cercare soluzioni altrove, dopo che per anni (e il fenomeno con è ancora esaurito) anche gli abitanti si sono trasferiti in altri comuni per mancanza (e per i costi) di opzioni in loco. I monumenti, come si sa, hanno bisogno di attenzioni e controlli e, nel caso del cimitero di San Bernardino, di nuovi spazi. Il campo centrale, che accoglie coloro che vengono sepolti a terra, è quasi del tutto esaurito; di loculi non c’è più alcuna disponibilità neppure nella nuova ala realizzata a monte, la cui costruzione peraltro non è stata completata in quanto i lavori sono interrotti ormai da molti mesi. Occorrevano, infatti, ulteriori stanziamenti per proseguire ed ultimare l’opera, cui dovrebbe provvedere il bilancio comunale. Si è detto ripetutamente, a coloro che chiedevano informazioni in proposito, di ripresa imminente dei lavori, ma a tutt’oggi non si è verificato nulla. Ultimamente è circolata la notizia della richiesta, da parte del comune, di un mutuo di 130 mila euro e della ripresa dei lavori a settembre. Le ultimissime notizie riferiscono, invece, che il mutuo non è stato ancora richiesto e che la ragioneria non ha ancora inviato i dati per il completamento della pratica. Questo fino a qualche giorno fa. Tenendo conto dei tempi richiesti dall’iter burocratico degli atti pubblici, c’è da temere che la ripresa dei lavori non possa avvenire prima del nuovo anno. Cose dell’altro mondo, direbbe qualcuno, ma, in questo caso, si deve rispondere che in realtà si tratta proprio di cose di questo mondo. C’è un altro grave problema, quello della esumazione delle salme dai loculi del mausoleo che dà sul campo centrale a causa dello stato di degrado della struttura che rischia il crollo e mette in pericolo la tenuta delle terrazze sovrastanti. A questi ritardi contribuisce, probabilmente, anche la citata mancanza di loculi per cui gli interessati non hanno la possibilità di trasferire le salme dei propri congiunti. Lo spettacolo che si presenta a chi frequenta il camposanto non è certamente edificante, rivela desolazione e desta rincrescimento per come vengono considerati i defunti che da sempre sono oggetto di cure e di devozione, e provoca meraviglia perché ovunque il culto dei morti, non è privo di spese e produce un notevole giro di affari. A tutto ciò va aggiunto lo stato di degrado di varie cappelle “storiche”, la condizione poco rassicurante delle stradine e dei sentieri che, se sono rivestite di mattoni o di selcini, non di rado sono sconnesse, mentre quando c’è terra o breccia, il rischio di scivoloni e di imbrattamenti è all’ordine del giorno. C’è da fare anche un cenno all’alberazione: ci sono piante secche e ci sono quelle che, incastrate a cappelle e sepolcri ne minano la stabilità. Non parliamo della realizzazione (annunciata) di un passaggio tra la struttura cimiteriale antica e quella nuova e, per ora, ci fermiamo qui.
giancarlo di ludovico