La settimana scorsa abbiamo dedicato la prima pagina a Marina Talevi, la nostra giovane collaboratrice tornata al Cielo dopo una lunga malattia combattuta con coraggio e con una grande fede in Gesù Cristo. Marina dal 2010 curava per il Nuovo Amico una rubrica molto seguita e apprezzata per la quale lei stessa aveva scelto il titolo: “Il sorriso di Marina”. In settimana la nostra redazione è stata invasa di lettere, telefonate, piccoli pensieri a lei dedicati. Per questo ci è sembrato giusto darne atto attraverso questa nuova pagina di testimonianze che mostrano quanto grande sia il dono della vita, pur nella sua enorme fragilità. Facciamo nostre le parole lasciate su Facebook da Donatella Marcolini: “Grazie Marina per aver testimoniato con la tua vita la presenza di Dio. Sei bellissima ciao”.
Quell’eleganza nel mostrarsi com’era
“Io sono una preghiera in cammino, mai solo, mai piangente, mai vuoto. Sul cammino delle età antiche, sul sentiero della bellezza io cammino”. Questo struggente canto indiano (Navajo) ci richiama alla mente la vita di Marina in tutta la sua forza affettiva, emozionale, spirituale. Noi del gruppo originario della Parrocchia di Santa Veneranda di Pesaro, la vogliamo ricordare come colei che amava la “bellezza”. Per lei la bellezza spirituale doveva coincidere con la bellezza del corpo e con la cura di se stessi … “Il corpo è tempio di Dio” e allora tutti dovevamo imparare ad aver cura anche del fratello e riservargli attenzione e premure in tutti i sensi e sfumature. Il primo che l’ha ascoltata spiritualmente, dopo qualche tempo dall’inizio della malattia, è stato il nostro “grande” Parroco, don Luigi Ricci. Lui l’ha condotta a poco a poco ad aver fiducia, prima di tutto in Dio e nella Madre nostra, poi anche in un piccolo gruppo di ragazzi e ragazze che allora era il gruppo giovanile parrocchiale, legato all’Azione Cattolica. All’inizio l’abbiamo seguita con timore e rispetto, ma gradualmente abbiamo capito che era lei di grande aiuto per noi! Ci hanno aiutato la sua costanza nel cammino graduale dell’accettazione della malattia, la sua eleganza nel mostrarsi così come era, la sua forza nel non lasciarsi prendere mai dallo scoraggiamento!Non dimenticheremo mai il suo primo viaggio a Lourdes con tutta la parrocchia!
Ognuno di noi, come lei, portava alla Vergine di Lourdes il proprio carico di problemi e lei portava il suo ma nella totale condivisione con noi! Condividemmo anche la carrozzella che lei iniziava a usare per la prima volta! E il carico le era sembrato davvero più leggero perché condiviso e perché ognuno arrivava alla Grotta con disturbi diversi ma bisognoso ugualmente di misericordia e di sostegno fraterno! Noi, ora, la vogliamo ricordare così e benedire Dio per questa breve esperienza di fraternità con lei!Le chiediamo di pregare la Vergine perché interceda per noi ora e nell’ora della nostra morte, perché possiamo a nostra volta benedire la vita e consegnarla nelle mani affidabili di DIO!
Margherita Palazzi e il gruppo di S. Veneranda
Il profumo della vita
Cara amica, zoppicavo nel mio corpo la mattina in cui silenziosamente hai spiccato il volo, per un attimo il mio mondo si è fermato quando mi hanno detto che ora dormivi nel tempo eterno. Tristezza, per non averti accompagnata con le tue bianche palme tra le mie. Perdonami se sola hai combattuto con l’angelo della morte. La febbre si è fatta spazio in me e ho dormito in un sonno irreale, tra costernazione, incoscienza, ribellione, paura, fede, amore. Volevo esserti vicina e così lo chiesi a Dio ed anche a te. Così il giorno dopo la febbre mi ha lasciata, perché esausta potessi rivederti; il tuo volto esanime era marchiato dal gelo, segnato dal sangue e dalle ferite di lunghe notti combattute tra grida indicibili e accese speranze … Sino al giorno della resa e della vittoria: la fine della notte, l’incipire dell’aurora …
Così ho scorto sul tuo viso lo spiccar di luce di un sorriso: un fulmine nel cielo, la fine della tempesta, l’approdo sull’isola felice. Ti ho immaginata in quella notte scura, tra il bianco e il rosso e ho intravisto l’arcobaleno della pace nel tuo sorriso e poi i ricordi: il viaggio della speranza in camper verso Monaco, gli scherzi e le risate per trovare il maneggio e i cavalli (per te ero buffa con le mie gaffe).Amica mia, sorella, ora sposa del cielo. Nel castello, seduta al tavolo imbandito con i miei cari, tu eri accanto a noi e a me vicina. Ho sperato di sentire il tuo profumo, il profumo della vita. Dal cielo si sono sparsi su di noi tutti i tuoi petali bianchi, sui tuoi amici che sono la tua terra amata …E tu Marina, un bellissimo fiore, reciso per amore e anche per noi che speriamo di riabbracciarti un giorno.
Ida Palombo
Quel sorriso nell’eternità
Mi ha commosso profondamente il messaggio che scaturisce dalla vita e dalla morte di Marina Talevi, che non ho avuto il piacere di conoscere. Sono questi messaggi profondamente cristiani, radicati nella croce di Cristo e nella sua risurrezione gloriosa, che ci aiutano a sorridere anche nella prova e Marina ha dato, con la grazia di Dio, uno splendido esempio. Anch’io la ringrazio dal profondo del cuore. “Il sorriso di Dio” lo definisce l’amica Donatella, richiamando le belle parole di don Michele Rossini. Poi Donatella aggiunge: con la morte è finito il sorriso di Marina e qui sbaglia senza volerlo, perché il sorriso di Marina continua in Dio a conforto ed edificazione di tutti noi. Infatti poco dopo Donatella dice, giustamente: “il suo sorriso eterno somiglia alla luce che apre il buio”. Grazie, Marina, per il tuo esempio e per la tua grande testimonianza.
Valerio Torreggiani – Ancona
Dal cielo veglia su tutti noi
Ho conosciuto Marina tanti anni fa in occasione di un trasporto programmato con l’ambulanza della C.R.I. per una visita medica, e da quella volte il nostro rapporto si è rafforzato quando andavamo a Mombaroccio per il servizio alla casa di riposo. Al ritorno ci fermavamo a casa sua ed era un momento di gioia. Non potrò dimenticare questi momenti, poi quando potevo andavo a trovarla. Purtroppo negli ultimi tempi le sono successe tante cose come l’incidente alla gamba. Ho visto Marina a Mombaroccio per la riabilitazione poco prima di Natale. Poi giovedì la telefonata della sorella che mi avvisava della situazione e così l’ho vista per l’ultima volta in ospedale a Pesaro, giovedì e son rimasto male.
Ora Marina dal cielo spero che vegli su tutti noi per un ultimo saluto. Mi mancherà tanto.
Mario Vacca