“L’armonia nascosta è più potente dell’armonia manifesta, diceva Eraclito. Ma ci sono momenti in cui è come se cielo e terra per un attimo si toccassero”.E’ stata un po’ questa – senza retorica – l’esperienza che si è vissuta, giovedì 10 novembre in Cattedrale, all’“Incontro dei Cori della Diocesi” promosso dall’Ufficio della Pastorale Liturgica. Un’iniziativa, come ha sottolineato il neodirettore don Marco Di Giorgio, che – avviata tanti anni fa, poi interrotta e di nuovo tornata in vita diventando “tradizione” con don Gino Rossini – ha trovato quest’anno un contesto privilegiato: la chiusura dell’anno giubilare, al cui tema non poteva non ispirarsi (“In aeternum misericordia eius”).
Nove cori, ciascuno con due brani, si sono succeduti durante la serata, presentati con linee essenziali da Thomas Nobili: il Coro della chiesa di Santa Maria delle Grazie (Direttore Katia Natalini; Organo Luca Grandicelli; Violino Oscar Badioli); i Cori delle chiese di Santa Maria Assunta e Cristo Re (Direttore Martino Pòrcile; Organo Giuliana Maccaroni); il Coro della chiesa di San Francesco (Direttore Alberto Ridolfi; Organo Michele Mainoldi; Flauto Emanuela Cavalieri); il Coro di Comunione e Liberazione (Direttore Simona Barzotti); i Cori delle chiese dei SS. Quirico e Giulitta e di Santa Maria Regina (Direttore Francesco Clizia; Organo Anna Capponi); il Coro della chiesa del Sacro Cuore (Direttore Fernando Caldari; Organo Maria Genua; Sax Giovanna Giovanetti); il Coro “Jubilate” di Candelara (Direttore Willem Peerik; Organo Michele Mainoldi). Al termine tutte le voci, sia dei cantori che del pubblico, si sono unite per recitare la “Preghiera del corista” e per cantare l’Inno del Giubileo “Misericordes sicut Pater”.
“Mi congratulo – ha detto visibilmente compiaciuto l’Arcivescovo Piero Coccia, ringraziando il direttore e i collaboratori della Pastorale liturgica, come pure il maestro Martino Pòrcile che ha coordinato il tutto – per la bella serata, il ricco repertorio di canti e l’eccellenza delle esecuzioni. Ma soprattutto mi compiaccio perché, come Pastore di questa cara Chiesa di Pesaro, posso contare su persone appassionate che svolgono, come coristi, un servizio preziosissimo nella nostra comunità diocesana attraverso l’animazione liturgica”. Richiamandosi anche al tema della missionarietà proposto per questo anno pastorale, l’Arcivescovo ha sottolineato come la bellezza e l’armonia del canto nella chiesa non abbiano un valore puramente estetico, ma siano espressione di un’esperienza vissuta consapevolmente. Il canto educa alla fede, predispone il cuore dell’uomo a percepire la presenza del Signore in mezzo ai fratelli. E’ testimonianza della coscienza di un popolo, di un’appartenenza alla comunità ecclesiale. Ed è missionario, perché, accompagnando le celebrazioni liturgiche, aiuta a coglierne più intensamente il significato, introducendo anche una nota di festosità e di calore.
Il canto perciò è un atto di carità, un servizio, un ministero indispensabile alla comunità. Ai coristi pertanto è stato rivolto l’augurio di proseguire insieme il cammino di reciproco arricchimento, coinvolgendo anche altri cori della diocesi. Ai direttori è stata consegnata per mano dell’Arcivescovo una chiavetta USB con la registrazione di tutti i brani, a ricordo della bella serata. Tutti, infine, sono stati invitati ad accostarsi all’esperienza del canto liturgico, facendo propria questa forma particolare e affascinante di testimonianza e di missione.
Paola Campanini