“Per una cultura dell’incontro e della pace. Immigrazione dialogo interreligioso e salute”. È il tema del XVIII convegno nazionale, organizzato dalla CEI – Ufficio Nazionale della Pastorale della Salute che ha riunito i direttori diocesani a Palermo dal 2 al 4 maggio 2016. Le Marche e Pesaro anche questa volta presenti, con una delegazione di oltre dieci persone guidate da Padre Aldo Marinelli, direttore provinciale della Pastorale della salute di Pesaro.
Il tema del dialogo è stato questione chiave dell’intero convegno: l’attuale momento storico vede oltre cinque milioni gli immigrati in Italia e ciò disegna il volto di una nazione che sta cambiando. Gli ospedali diventano crocevia dell’umanità. Sempre più numerose le presenze di malati di altre culture religiose che è bene conoscere sia per la loro ricca tradizione, sia come occasione per una cultura dell’incontro e della pace.
Presenze multietniche, multiculturali e multireligiose possono dialogare? Rispetto reciproco e ascolto possono condurre a stabilire relazioni umane che vanno intese non come perdita di identità, ma come vera identità. Essere uomini di dialogo, dunque, non solo come cristiani, ma come uomini che fanno parte di storia sacra.
Un’alta prospettiva su quello che deve essere un dialogo interreligioso, è stato dato dal confronto sul tema “Sofferenza, malattia e morte” da alcuni rappresentanti delle grandi religioni monoteiste. Alla tavola rotonda sono intervenuti: il Rav Riccardo Sh. Di Segni, Rabbino capo di Roma e medico; Aboulkheir Breigheche Imam di Trento e medico; il Dott. Roberto Coslovi – Unione Buddista Italiana di Roma e medico e la Sv. Hamsananda Giri, Vicepresidente della Unione Induista Italiana, monaca del monastero induista di Altare (SV).
Tra i temi emersi anche un appello: più cure necessarie per i poveri. La Cei ha invitato il Governo nazionale a rimuovere gli ostacoli che limitano l’accesso alle cure per le fasce più deboli della popolazione. Il quadro che ha disegnato il Presidente della commissione per la Carità e la salute Cardinale Francesco Montenegro è fin troppo chiaro. “I malati non sono cartelle cliniche – ha detto – ricordatevi che Gesù ha toccato il lebbroso: è il modo per curare e guarire e su questo piano la formazione degli operatori della salute è ancora insufficiente. Mi pare persino strano che un ospedale debba sforzarsi di essere un’azienda”.
Il convegno rivolto alle associazioni, alle istituzioni sanitarie cattoliche e a quanti operano nel mondo della cura, dell’ecumenismo e dialogo interreligioso si è aperto con un omaggio al Beato don Giuseppe Puglisi. Anche il Ministro della salute Beatrice Lorenzin ha fatto giungere un messaggio in cui riconosce la necessità di riorientare il sistema sanitario italiano anche per poter assicurare l’assistenza sanitaria ai migranti; in questa direzione, ha ricordato, si muove il progetto della tessera sanitaria elettronica che sarà introdotta negli hotspot di Lampedusa e Trapani dal prossimo mese di luglio permettendo di creare un record elettronico con cui monitorare lo stato di salute del migrante.
Cinzia Ceccaroli