Una parola piena di significati
FENILE – Questo è l’anno della Misericordia, e come ci diceva la liturgia di due domeniche fa, la misericordia di Dio ci viene “raccontata” così chiaramente proprio attraverso la figura di un Padre “il padre lo vide, e commosso gli corse incontro” (Lc, 20).Come in una famiglia tanto più in una famiglia allargata come la parrocchia, non potevamo non festeggiare questa ricorrenza, la festa di San Giuseppe patrono della Chiesa Cattolica rivalorizzato anche pastoralmente come straordinario uomo di Dio e “uomo giusto” da Giovanni Paolo II (Es. ap. Redemptoris custos).
Domenica 20 Marzo l’Oratorio “L’Incontro” della Parrocchia ss. Pietro e Andrea Fenile di Fano, ha pensato di far ritrovare attorno ad una tavola imbandita, le famiglie della comunità per ridare valore a questa figura del papà; questo nostro tempo di crisi di paternità e di “uomini giusti” esige una presenza così autorevole ed un amico santo che ci aiuti a comprendere il mistero dell’Incarnazione.
La parrocchia attraverso l’oratorio esprime tutta la sua essenza di vera casa di famiglie, una casa che accoglie, protegge ed educa in una sinergia particolare fra le varie generazioni che vivono e condividono gli stessi spazi ma soprattutto le proprie esperienze. Bello è stato trovarsi fra Papà o Babbi che siano, essi si differenziano fra loro proprio dalla loro capacità di assumere questo ruolo così determinante per dare stabilità ed equilibrio alle loro famiglie, e nella misura in cui sanno farsi dono di sé nelle fatiche quotidiane. Non potevamo fare a meno di valorizzare i vari aspetti di questa parola “paternità”, quindi abbiamo voluto riconoscere fra tanti delle figure paterne simbolo, che li rappresentassero.
Il parroco Don Giuseppe Tintori si è guadagnato oltre agli auguri per il suo onomastico, affettuosi riconoscimenti come Padre Spirituale di una comunità che ha saputo guidare gradualmente verso un’unità fraterna. Il Papà più anziano e quello più giovane hanno simboleggiato gli aspetti più variegati di questo “mestiere” così difficile ma nel contempo così bello da dare il giusto senso al loro esistere.
Chi ha capito questo, ha saputo anche mettersi in gioco facendo scelte non facili e percorrendo vie lunghe ed impervie; arriviamo quindi all’ultima figura della serie ma forse la più ammirevole, quella del padre adottivo, peraltro ben rappresentata nella nostra comunità.
Ci è piaciuto farci raccontare, non solo per elogiare ma soprattutto per meglio capire le motivazioni più profonde che muovono verso una scelta di vita così importante, l’esperienza di un Papà adottivo, non ci sono parole per riportare quanto emerso se non le sue:
“È una paternità in cui non ci sono vincoli di sangue, biologici ma solo di affetto e di amore.
Si sceglie questa via per formare una famiglia non perché si cercano delle compensazioni alla via naturale che per vari motivi è stata preclusa, ma perché ci si sente nella condizione di poter aiutare dei bambini feriti e si decide di farlo solo per amore, sapendo che la strada è tutta in salita, ma che vale la pena impegnarsi per percorrerla.
Si dà la possibilità a dei bambini, che altrimenti non lo potrebbero fare, di potersi rivolgere a una persona chiamandola papà (o mamma) nel senso reale del termine. È il primo passo per cercare di rendere felici questi bambini.
Si diventa papà di un bambino come nella famiglia naturale, con gli stessi vincoli di affetto e con la responsabilità di educare e far crescere nel modo migliore dei bambini.
La differenza più grande sta nel fatto che questi bambini hanno delle ferite profonde a causa dell’abbandono subìto. Queste ferite segneranno tutta la loro vita.
Come padre devo cercare di lenire e curare queste ferite che potranno cicatrizzarsi ma non scomparire. Occorre fargli sentire il calore di una famiglia e amarli senza riserve ma al tempo stesso non farli sentire diversi dagli altri per non riaprire le ferite. La famiglia deve essere aiutata in questa azione da un contesto sociale sensibile alle problematiche dei bambini adottati.
Adottare dei bambini per un papà è segno della fiducia nel domani e della speranza in un futuro migliore.
Il miglior modello da cui trarre esempio concreto di comportamenti e azioni è San Giuseppe, padre adottivo che ha scelto di servire e proteggere la famiglia in cui è cresciuto il Figlio di Dio.
Sempre chiedo il suo aiuto per tutte le necessità presenti e future della mia famiglia.”
dm