L’ISTITUTO PESARESE INVITATO NELLA SCUOLA EBRAICA DI MILANO DAL KEREN KAYEMETH LEISRAEL
Loinger e Segre: il “Mamiani”
abbraccia i testimoni della Shoah
Qualche settimana fa aveva raccontato in classe il gesto eroico della bisnonna, contadina di Sassocorvaro, che nel 1944 rischiò la propria vita per salvare un medico ebreo dai lager nazisti. Nel giro di poche settimane quei fili della memoria, riannodati da Chiara Venturi, studentessa del liceo “Mamiani” di Pesaro, hanno fatto il giro d’Italia. Così lo scorso 21 marzo, il Keren Kayemeth Leisrael, Fondo nazionale ebraico, ha ospitato nella scuola israelitica di via Sally Mayer a Milano, una nutrita delegazione di liceali pesaresi accompagnati dalle insegnanti Francesca Cecchini e Patrizia Adrualdi. A fare gli onori di casa la preside, Esterina Dana, e il presidente milanese del Keren Kayemeth Leisrael, Sergio Castelbolognesi, insieme a varie personalità di spicco delle comunità ebraiche italiane.
E per l’occasione non è voluta mancare Liliana Segre, pesarese onoraria e sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, che ha abbracciato Chiara complimentandosi per aver recuperato una pagina dimenticata della Shoah. È iniziato così un vero e proprio viaggio nella storia buia del Novecento, attraverso la voce di testimoni d’eccezione come Georges Loinger che, nonostante i suoi 106 anni di età, ha ricordato con lucida memoria, come riuscì a salvare oltre 500 bambini ebrei, coordinando personalmente la resistenza francese, insieme alla moglie Flore e al cugino Marcel Mangel (più conosciuto come Marcel Marceau). Commuovente il racconto dell’evasione dal campo di prigionia dove era detenuto come militare. Una fuga di 700 Km dalla Germania a Strasburgo a piedi tra i monti e a nuoto nei gelidi fiumi di confine. Una lunga vita spesa sempre per aiutare i più piccoli. Si deve anche lui nel 1930 la fondazione dell’unico liceo ebraico di Parigi, il “Maïmonide”. Ma da qualche anno Loinger è noto al grande pubblico soprattutto per il ruolo di primo piano che ebbe nella vicenda della nave Exodus, a cui Hollywood si ispirò per il noto film degli anni Sessanta con Paul Newman. Fu Loinger ad occuparsi delle modifiche allo scafo ed ai motori, per consentire all’imbarcazione di trasportare in Palestina 4.500 sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti. E fu sempre lui ad organizzare i 200 camion che servirono per trasportarli al porto d’imbarco di Sète. «Quella nave – ha spiegato Loinger – rappresenta una pietra miliare nella storia del popolo ebraico e costrinse l’Onu a riconoscere il nascente stato di Israele». Oggi Loinger è presidente onorario della resistenza ebraica francese. «Sono un combattente – ha detto – e più precisamente un ebreo francese che ha resistito per non subire passivamente lo sterminio».
In margine alla conferenza, insieme al figlio Daniel, Loinger ha espresso un messaggio di pace ricordando la sua amicizia col prete gesuita Michel Riquet. Insieme parteciparono al primo congresso eucaristico del dopoguerra (Barcellona 1952), portando i delegati francesi e tedeschi su una nave israeliana. Un gesto di riconciliazione sottolineato anche dalla consegna di un’antica Bibbia al sindaco della città catalana. Fu quello il primo “oggetto” ebraico ad approdare in Spagna dopo la cacciata del 1492.
Nel segno del dialogo interreligioso, il liceo “Mamiani” ha chiesto al Keren Kayemeth Leisrael di piantare in Israele sette alberi nella foresta dedicata al cardinale Carlo Maria Martini. Prima del rientro a Pesaro la delegazione studentesca ha visitato il memoriale della Shoah nella stazione centrale di Milano, fortemente voluto da Liliana Segre. «Da lì il 30 gennaio 1944 sono stata deportata ad Auschwitz – ha detto la Segre – e da lì oggi riprende il viaggio della memoria di tanti studenti che, come Chiara, scelgono di non essere mai indifferenti».
Roberto Mazzoli