
LA BIBLIOTECA COMUNALE DI PESARO PROTESTA CONTRO IL COMUNE DI VENEZIA
Tra favole gender e risposte non date
Qualche giorno fa il neo Sindaco di Venezia ha ritirato alcuni libri di favole per bambini ispirati alla teoria gender. Libri che la precedente giunta aveva introdotto nelle scuole materne ed elementari con una delibera molto contestata nel 2014.
A Pesaro la biblioteca comunale S. Giovanni ha deciso di leggere ad alta voce ai piccoli pesaresi le favole “veneziane”. L’appuntamento si è tenuto mercoledì 1° luglio alle ore 17.30 all’interno della biblioteca.
«Lo facciamo per farci sentire, in segno di protesta», spiegano gentilmente gli addetti della sezione ragazzi. L’iniziativa è stata promossa in sordina, tramite la pagina Facebook e con il passaparola.
Ma quali favole vengono proposte? «I classici – informano sempre con gentilezza dalla biblioteca – da “Guizzino” a “Piccolo Blu e Piccolo Giallo” di Leo Lionni».
Ma da chi è partita questa proposta? Verrà ripetuta? Come sono stati spiegati i motivi della protesta ai genitori che hanno accompagnato i propri figli a queste letture? E soprattutto perché leggere i classici e non i libri ispirati alla teoria gender che hanno portato al discusso provvedimento del sindaco di Venezia? Proponendo solo il grande Leo Lionni, impegnato giustamente contro il razzismo, non si rischia di fare confusione di temi e sovrapporre antirazzismo, gender e altre problematiche? Non si rischia di far credere che la teoria gender, su cui persino Papa Francesco è spesso intervenuto, sia l’antirazzismo di Leo Lionni? A Venezia i titoli che hanno fatto discutere infatti erano ben altri: Storia incredibile di due principesse, E con Tango siamo in tre, Tante famiglie tutte speciali, Milly Molly e tanti papà, Piccolo uovo…
Ma questi sono solo alcuni dei dubbi che le famiglie pesaresi volevano chiarire e che noi pensavamo di sottoporre alla direttrice della biblioteca S. Giovanni. Domande legittime visto che nessuno ha pensato di rispondere pubblicamente. Abbiamo provato quindi a chiedere un’intervista per evitare fraintendimenti. E invece questa non si può fare se non dopo apposita richiesta scritta ai dirigenti del Comune.
E allora formuliamo la richiesta e restiamo in fiduciosa attesa. Però il tempo passa e siamo costretti a chiudere l’edizione della scorsa settimana senza alcuna risposta. Solo dopo nostra insistenza ci dicono che saremo contattati dalla segretaria dell’assessorato alla cultura perché «l’intervista non la potrete fare con la direttrice ma con l’assessore». Ma come? Chiediamo di parlare con Tizio e ci risponde Sempronjo?
Certo ora le domande da fare sarebbero anche altre. Ad esempio perché una questione legata all’ordinaria attività di una biblioteca comunale deve passare al vaglio della politica? Ad oggi siamo ancora in attesa che qualcuno risponda alle domande. Frattanto abbiamo chiuso un’altra edizione.
La direzione
- Nella foto un libro delle edizioni Stampatello –Francesca Pardi la quale compare tra gli autori dei libri “Veneziani”