LA VICENDA DELLA FAMIGLIA MATTEUCCI DI PADIGLIONE DI TAVULLIA PER LA S. PASQUA
Sara esempio di santità a soli 7 anni
Gentilissimo Direttore e colleghi della redazione, mi chiamo Anìce Matteucci. Da anni siamo abbonati al Nuovo Amico che io e mio marito Angelo Matteucci leggiamo regolarmente. Ci fa bene leggere i vostri articoli e ci aiutano, come “Famiglia Cristiana”, a vivere la vita con le sue belle e brutte vicende. In breve vorrei raccontarvi la nostra storia, (chiedendovi un po’ di pazienza) che inizia con il nostro matrimonio il 28 Settembre 1974.
Tutto bene e felici fino ad una gravidanza interrotta al 3° mese perché il bimbo era deceduto in grembo. Il 6 maggio 1978, giorno dei mio 25° compleanno, nasce una stupenda bimba: SARA.
Tre anni dopo felici attendiamo il 2° figlio, Omar, che nasce il 19 Luglio 1981.
A maggio del 1983 Sara si ammala per un tumore di Wilms, tumore che cureremo per 3 anni durante i quali Sara ci “insegna” la Fede; ci aiuta a non mancare mai alla S. Messa, ci parla sempre di Gesù. Lei che non ha mai frequentato catechismo. La sua salute peggiora e lei vuole andare dove ha camminato la Madonnina ed andiamo a Medjugorje e ritorniamo con la rassegnazione che Sara vuole raggiungere il Cielo, perché dice che lei ama più la Madonna che sua mamma: in Cielo si sta bene e lei vuole stare con Gesù. Don Roberto Sarti (parroco della nostra parrocchia in quegli anni) dovrà portare a Sara tutte le sere la Santa Comunione perché dice Lei: Io non posso perdere un giorno il panino di Gesù”. Il 27 Gennaio 1986 Sara sale al cielo ed il 25 Giugno dello stesso anno nasce il nostro 3° figlio Mattia, tanto desiderato da Sara come aveva tanto desiderato Omar.
Il vuoto che lascia un figlio che se ne va è incolmabile ed il buon Gesù ci dona il 4° figlio 2 anni dopo: vicino al compleanno mio e di Sara, il 4 Maggio 1988, nasce Elia. “La vita di Sara è stata dono per tutti per insegnarci a vivere”; questo è quello che gli amici sacerdoti e suore ci hanno suggerito di scrivere nel suo ricordino. Così, nella sua breve vita, ci ha insegnato ad amare Gesù in ogni prossimo; i bimbi poveri erano per lei al 2° posto dopo Gesù e la Madonnina. Lei a soli 7 anni aveva capito il miracolo dell’Eucarestia, noi lo abbiamo capito solo ora. Cosi nel ricordo di Sara ci siamo anche noi affezionati di più ai più bisognosi: e cosi alle nostre nozze d’argento pensiamo di rinunciare ai regali per aiutare la missione di Barranqueras.
A settembre del 2014 domenica 28 abbiamo voluto ringraziare il Signore per aver raggiunto i 40 anni di Matrimonio ed anche questa volta abbiamo ripetuto il gesto per Barranqueras. Come vedete dal foglietto allegato mio marito Angelo con nostro figlio maggiore Omar, sono partiti ieri per raggiungere i “nostri” bambini argentini. Mentre vi scrivo loro sono in viaggio ed il mio grande desiderio sarebbe di far trovare al loro ritorno sul Nuovo Amico uno scritto, anche breve, a riguardo di tutto questo. Vorrei far sapere, pubblicamente, che dopo 40 anni, sono orgogliosa di mio marito, dei viaggi che ha sostenuto con sacrifici per questa missione. Omar, non da meno, è il terzo viaggio per lui, perché anche lui è innamorato di questi bambini poveri. Ringrazio il Signore per il dono di questi figli meravigliosi e Sara che dal Cielo lì protegge. Grazie se mi ascolterete e distinti saluti
Anìce Matteucci
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Carissima Anìce, siamo noi a ringraziarla perché questa sua lettera è un dono prezioso giunto proprio alla vigilia della S. Pasqua. Lei ci dà il privilegio di poter riflettere, grazie a Sara, su quel mistero della fede “nascosto ai saggi e agli intelligenti ma rivelato ai piccoli”. Sono poche le redazioni giornalistiche che possono gioire di tali privilegi. Allo stesso tempo avvertiamo la responsabilità di raccontare la risposta che questa sorellina ha dato alla santità a cui tutti siamo chiamati.
In onestà fino a ieri non sapevamo come scrivere questa pagina. Poi dopo una serie di telefonate siamo venuti in possesso del “piccolo” libro che lei e suo marito Angelo avete scritto nel 1987. Lo abbiamo letto d’un fiato. Che sorpresa vedere quanti sacerdoti delle diocesi di Pesaro, Fano e Urbino hanno condiviso un tratto della strada di Sara. Don Vincenzo Alesiani, don Orlando Bartolucci, don Stefano Brizi, don Alceo Volteggi… Ed ancora i padri dell’Opera don Orione di Fano e persino l’Arcivescovo di Urbino Donato Bianchi.
Ma le sorprese per noi non erano finite. La pagina di chiusura del libro riproduce la copia di un breve articolo scritto da don Roberto Sarti e pubblicato proprio dal nostro settimanale. Il titolo è “Grazie, Sara!”. Scriveva allora don Roberto: «che non ci accada mai di dimenticare la tua lezione». Ecco allora ci sembra doveroso ripartire da quella pagina del Nuovo Amico, attingendo oggi da quel libro che evidentemente ci stava aspettando. Salutiamo lei e la sua famiglia con l’auspicio che in particolare le famiglie e i catechisti dei bambini delle diocesi di Pesaro, Fano e Urbino che si stanno preparando alla Comunione nel mese di maggio, possano approfondire l’amicizia con Sara.
Il direttore e la redazione

NELLA SUA BREVE VITA I TRATTI DELLA BEATITUDINE DEI PICCOLI
La sua Mamma del Cielo e il “panino di Gesù”
Sara era nata il 6 maggio 1978. Maggio – diceva – è il periodo più bello perché è il mese della Madonna. Un giorno Sara mi chiede: “Mamma lo sai che io ti voglio bene ma se ti dico che ne voglio un po’ di più alla Madonna ti offendi?”. Ha sempre in mente il suo viaggio in Cielo, il suo posto accanto a Maria e io che stravedo per questa bambina, ho la sensazione di dividerla con Colei che è la mamma di tutti e spesso non oso chiedere la grazia della sua guarigione.
L’ultima sua estate la trascorriamo all’ospedale S. Orsola di Bologna. Un giorno Sara ascolta una mamma che vorrebbe portare suo figlio a Lourdes e pronta dice: “Io vorrei andare là dove la Madonna appare ora, in questo momento, non dove è già apparsa”. A settembre 1985 quando i medici consigliano di abbandonare le cure perché non c’è più speranza, partiamo per Medjugorie
Al ritorno Sara si aggrava. Ci consigliamo con Don Orlando Bartolucci parroco di Montecchio per la Santa Comunione come era sempre stato suo desiderio. Sara non sceglie la festa, non pensa ai confetti o ai parenti. In lei c’è una grande luce di gioia pensando di ricevere Gesù nel cuoricino e ci dice: “Vorrei il vestitino bianco e solo noi con don Orlando e nonna Lucia andiamo nella casina della Madonnina a Loreto”.
Purtroppo non sarà Loreto ma una camera della pediatria dell’ospedale di Urbino. Sara riceve la Prima Comunione dal nostro sacerdote don Roberto e da don Gianni dell’ospedale. Da quel giorno riceverà tutti i giorni l’Eucarestia. A Natale il parroco di Padiglione don Roberto, le porterà Gesù tutti i giorni alle ore 19. Per lei ora è difficoltoso anche sedersi e parlare ma per ricevere la S. Comunione si alza sempre e dice Amen. Una sera mi chiede se è ora che arrivi il sacerdote con il “panino di Gesù”, così chiama l’ostia. Manca poco – le dico – ma lei è preoccupatissima e piangendo mi dice: “Mamma ti prego, dammi una pasticca cattiva così mi fa vomitare prima che arriva, non voglio vomitare quando ho preso Gesù”.
Il 27 gennaio 1986 alle 16.30 mentre dal cielo cadono grandi fiocchi di neve, Sara sale al suo cercato Cielo salutandoci sempre con i suoi occhioni aperti. Con un bellissimo vestito bianco candido è pronta per ricevere il saluto dei suoi amici. Vengono i medici dell’ospedale, gli amici sacerdoti dell’Opera don Orione e le suore di Villa San Biagio, i suoi compagni di scuola. Al termine del S. Rosario, gli occhi di Sara si sono completamente riaperti, fra lo stupore di tutti, sono tanto belli – dicono i presenti – che Sara ce li vuole fare ammirare fino alla fine.
(Tratto dal libro “Nei tuoi occhi due pezzi di cielo”)

I FRUTTI DI SARA FINO IN ARGENTINA DOVE NASCE UN VILLAGGIO ORIONINO
La missione tra i bambini di Barranqueras
Per le Nozze d’argento, Angelo e Anìce Matteucci, al posto dei regali e con la collaborazione di tanti amici, decidono di sostenere un progetto nel Chaco, regione nel nord dell’Argentina, tra le più povere della nazione. Qui vivono tante famiglie con i loro numerosi bambini in misere baracche, fatte di teloni, di lamiere, di pezzi di legno.. in condizioni di estrema povertà e vera indigenza. Il progetto è realizzato in collaborazione con la missione Orionina presente in Argentina. «Lo abbiamo fatto per aiutare i bambini nel ricordo di Sara – racconta oggi Anìce – ma non immaginavamo che a distanza di 15 anni saremmo arrivati così lontano». La costruzione di una casa costava infatti circa 20 milioni di vecchie lire. La famiglia Matteucci parte per l’Argentina con soli 6 milioni. Quando torna a Padiglione di Tavullia trova la solidarietà di tutta la vallata del Foglia. Nel giro di tre anni la generosità della gente permette di costruire già 5 case. Alla storia di Sara si appassiona anche il noto medico Ivo Pulcini (medico di Miss Italia, della Lazio calcio ….) dal quale arriva una spinta enorme al progetto. Nel 2005 viene inaugurato il villaggio che oggi può contare su ben 19 case. Lo settimana scorsa Angelo Matteucci con il primogenito Omar sono nuovamente tornati nella missione orionina di Barranqueras per portare ulteriori aiuti alla popolazione del posto.
(Per saperne di più e sostenere l’iniziativa: www.barranqueras.it)
1 commento
Ho pianto di commozione leggendo di Sara. Non ci sono parole adatte a descrivere quello che il leggere ha suscitato nel mio cuore.Grazie