URBINO – Lungo il lato di Corso Garibaldi rivolto a monte, dopo le prime case, ci sono solo le fondamenta dell’abside del Duomo e del giardino pensile del Palazzo Ducale; molti Urbinati sanno però che proprio tra le une e le altre vi è una nicchia, fatta costruire nell’800, che ospita un busto del concittadino Fulvio Corboli. Fino a due settimane fa il piedistallo era vuoto, con gli abitanti che si domandavano se fosse stato un atto vandalico o era la buona volta che lo si ripulisse dallo sporco e dalle scritte. Era infatti da qualche mese che mancava la scultura metallica, che ora è tornata al suo posto, ma non è proprio lei: è infatti una perfetta copia dell’opera, che va a rimpiazzare l’originale lungo corso Garibaldi. Ma quella vera? È tornata, per così dire, a casa sua. È stata infatti collocata in deposito, pur rimanendo di proprietà del comune, nell’edificio ora sede dell’ERSU, che altro non è che palazzo Corboli, dove lo stesso Fulvio visse fino al 1826, quando morì all’età di 64 anni e fu sepolto nella Cattedrale. Il vero lavoro, prima della realizzazione del calco, è stato proprio la pulitura dell’originale, che era letteralmente pieno di graffiti, cingomme appiccicate, guano di piccioni e sporcizia varia. Ora starà al sicuro nella sala del consiglio dell’ente regionale. Tuttavia, pur essendo una copia, è brutto pensare che le toccherà la stessa sorte della “gemella”: la nicchia che la ospita infatti, oltre che essere tappezzata di erbacce e cicche di sigaretta, è raduno quotidiano di ragazzetti che oscillano a ore alterne tra l’adiacente sala giochi e la stessa nicchia, facendone il loro bidone “a cielo aperto”. Finché non si installerà una consona ringhiera e non si penserà al minimo decoro della loggetta (decoro estendibile, perché no?, anche alle vicine arcate letteralmente ricoperte da un manto di erbacce), non si può certo pretendere che si rispetti il luogo. Luogo voluto dallo stesso Corboli: il monumento è stato eretto in quel punto proprio perché prima di morire Fulvio si adoperò tantissimo per il progetto di corso Garibaldi e via Matteotti, che furono però iniziate solo dopo la sua dipartita. Il politico e magistrato urbinate infatti fu uomo influente all’epoca del governo pontificio e attirò soldi in particolare per opere stradali: su sua idea si fecero la strada per Urbania, quella per Fossombrone e la strada Pesaro-Città di Castello-Toscana; per l’epoca collegamenti importantissimi (che purtroppo ancora oggi sono gli stessi). E pensare che un uomo definito dai suoi contemporanei “padre della patria” urbinate, oggi è bersaglio di cicche di sigaretta.
Giovanni Volponi
1 commento
Tutto molto interessante, ma c’è qualcuno che ha la foto di quando oltre a Corboli vi venne collocato anche il busto di Federico Barocci? Servirebbe per completare un lavoro sugli spostamenti di detto busto.
Grazie.