Si può dire ormai finalmente varato, a firma dell’Arcivescovo Piero Coccia, il Decreto riguardante le disposizioni sul riconoscimento dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole del territorio. Tale decreto, modellato sulle indicazioni della CEI, è stato adottato nelle sue linee fondamentali anche dai direttori degli Uffici Scuola delle tredici diocesi marchigiane, ferma restando comunque la piena libertà dei singoli Vescovi di introdurre nelle loro diocesi eventuali modifiche.
La decisione – presa il 18 dicembre scorso a Loreto all’interno di un incontro organizzato dal dott. Fanco Marini e presieduto da S. E. Mons. Coccia – è giunta dopo mesi di riflessione e di confronto tra i vari direttori, convinti dell’opportunità di creare un maggiore raccordo tra gli Uffici Scuola della Regione per superare le difformità di norme e di procedure finora esistenti in questo campo. La materia è infatti divenuta molto delicata, soprattutto dopo che la nuova “Intesa” tra Stato e Chiesa (firmata il 28 giugno 2013 dal Ministro Francesco Profumo e dal Cardinale Angelo Bagnasco) ha imposto un giusto rigore, volendo ridefinire il profilo di qualificazione professionale dei futuri insegnanti di religione cattolica tenendo conto della riforma già avviata dell’intero sistema di istruzione e formazione. L’Intesa concede un certo lasso di tempo per regolarizzare le diverse situazioni (soprattutto quelle più problematiche dei docenti di classe) fino al 2017, quando tutto dovrà essere stato messo a norma.
Nel medesimo incontro dell’Ufficio Scuola Regionale (il secondo dei quattro tradizionalmente previsti durante l’anno pastorale) l’Arcivescovo Coccia ha presentato e illustrato anche l’iniziativa promossa dalla CEI di una “Giornata sulla Scuola”, che si terrà il 10 maggio prossimo a Roma alla presenza di Papa Francesco. Già da tempo i Vescovi italiani stanno richiamando l’attenzione dei cattolici sulla realtà della scuola; una realtà da cui (come dalla famiglia) non si può prescindere se si vuole seriamente affrontare quell’ “emergenza educativa” che è al centro degli Orientamenti pastorali della CEI per il decennio 2010-2020 e che implica soprattutto un’educazione alla “vita buona del Vangelo”. Si è già tenuto nel maggio scorso a Roma il Laboratorio nazionale La Chiesa per la scuola, organizzato dagli Uffici Nazionali dell’E.S.U., degli I.R.C., della Famiglia e dei Giovani; si è parlato di scuola durante la Settimana Sociale dei Cattolici, svoltasi a Torino nell’autunno del 2013; se ne è parlato anche all’interno del Convegno ecclesiale marchigiano dello scorso novembre nell’ambito della “Chiesa in missione”.
A questa preoccupazione i Vescovi italiani desiderano che corrisponda anche la preoccupazione, altrettanto sentita, di tutto il “popolo” cristiano: delle parrocchie, delle associazioni, dei movimenti che direttamente o indirettamente sono coinvolti con il mondo della scuola.E’ per questa ragione che hanno invitato i responsabili degli Uffici di Pastorale scolastica, familiare e giovanile ad attivare, sia a livello diocesano che a livello regionale, un percorso di preparazione e mobilitazione in vista del prossimo grande incontro di maggio in Piazza San Pietro tra tutte le componenti scolastiche (dirigenti, docenti, personale amministrativo, genitori, studenti) e il Papa. Si tratta di mettere a tema non solo i problemi generali della scuola, ma anche – e soprattutto – la presenza della Chiesa nella realtà scolastica, sia all’interno della scuola statale che nell’ambito delle scuole paritarie cattoliche.Mons. Coccia ha pertanto sollecitato i direttori degli Uffici Scuola regionali a promuovere nelle loro diocesi un’opera di sensibilizzazione, annunciando, per quanto riguarda l’arcidiocesi di Pesaro, di avere già convocato per l’8 gennaio una équipe di responsabili con cui impostare il lavoro.