Può la Chiesa accorgersi dei giovani solo alla GMG? La frase non ha nulla di polemico ma vuole solo essere un invito a riconoscere i giovani nella Chiesa.
Mi direte: come fare qualcosa in più di quanto è già in atto? L’esempio che faccio per spiegarlo è legato a quanto abbiamo vissuto negli ultimi mesi a proposito del successore di Pietro: se oggi abbiamo Papa Francesco, da tutti ritenuto un dono dello Spirito Santo, è perché Benedetto XVI, a un certo punto, quando ancora era Papa e poteva esserlo fino a che il Signore avrebbe voluto, si è messo umilmente da parte. Lo Spirito Santo per irrompere nella Chiesa ha avuto bisogno del gesto umanissimo di Joseph Ratzinger che ha dato le dimissioni.
Ai giovani quale spazio diamo nelle nostre Chiese locali? Nei Consigli Pastorali (se ci sono) in quelli per gli Affari Economici, nella liturgia che posto occupano? Molti diranno: a volte servono e li chiamiamo, ma loro non vengono! Su questo punto debbo riconoscere che nella società non è che sia meglio. Anzi i giovani sono solo i disoccupati o qualche cervello che fugge all’estero o quelli che trovano la morte insieme agli amici il sabato sera… La società italiana addita i giovani come un problema e davanti a una popolazione sempre più vecchia non è certamente a loro che la classe politica dà veramente attenzione. I loro voti sono molti di meno di quelli degli anziani!
La Giornata Mondale della Gioventù ogni due o tre anni ci fa accorgere che c’è un popolo giovane che crede, che spera, che costruisce la società. Mi fa sorridere che in questi giorni negli Stati Uniti sia su tutti gli organi di stampa la vicenda di un giovane di 21 anni accoltellato e ucciso a piazza Tahrir, al Cairo, durante le proteste. Un giovane che scrivendo una lettera a un bambino arabo di 12 anni, raccontava semplicemente la sua voglia di servire gli altri, di insegnare l’inglese, e che per farlo ha lasciato la sua terra, la sua casa, il benessere.
A me questo non stupisce perché conosco tanti giovani delle Marche che hanno fatto questa scelta contro tutto e contro tutti, i loro genitori per primi e magari i loro amici. A partire da Cagli, il paese in cui sono nato, fino ad arrivare alle nostre città più grandi, tanti giovani sognano un mondo diverso, più fraterno e si mettono in gioco. Sono tante le vite dei giovani spese nello stile della GMG! Diamogli spazio. Crediamo in loro. Mettiamoci al loro fianco senza brontolare. Non lamentiamoci ma facciamo piuttosto un serio esame di coscienza su che mondo stiamo lasciando loro, quanto la nostra storia ingombra il loro presente e spegne la loro voglia di futuro!
Auguro a tutti d poter almeno per qualche giorno essere in mezzo ai giovani che sentono e vivono questo sogno.
Certamente faranno questa esperienza i 5 vescovi delle Marche insieme ai preti, ai diaconi, alle suore e ai laici adulti che accompagneranno i 170 giovani delle Marche alla GMG di Rio.
Solo allora, a questi giovani che faranno ritorno nelle tredici diocesi marchigiane, facendogli spazio, potremo provocarli con le parole che Papa Benedetto rivolse ai giovani alla fine della GMG di Sydney: «Cari giovani, permettetemi di farvi ora una domanda. Che cosa lascerete voi alla prossima generazione? State voi costruendo le vostre esistenze su fondamenta solide, state costruendo qualcosa che durerà? State vivendo le vostre vite in modo da fare spazio allo Spirito in mezzo ad un mondo che vuole dimenticare Dio, o addirittura rigettarlo in nome di un falso concetto di libertà? Come state usando i doni che vi sono stati dati, la “forza” che lo Spirito Santo è anche ora pronto a effondere su di voi? Che eredità lascerete ai giovani che verranno? Quale differenza voi farete?»
A novembre prossimo le Chiese delle Marche si incontreranno per il 2° Convegno Ecclesiale regionale: la Chiesa del Concilio ha bisogno di tutti per evangelizzare. Non dimentichiamo di ascoltare i giovani rendendoli protagonisti della missione.
di don Francesco Pierpaoli – Responsabile pastorale giovanile delle Marche
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