Ascoli – Venerdì scorso, nella chiesa di Santa Maria della Carità, detta della “Scopa”, monsignor Piero Coccia, arcivescovo di Pesaro, ha presieduto la messa solenne, concelebranti il rettore don Angelo Ciancotti e don Vincenzo di Vincenzo.
In tempi normali, a celebrare il rito religioso sarebbe stato, come avvenuto in tutti questi anni, il vescovo diocesano Silvano Montevecchi, il quale, com’è noto, è ancora ricoverato all’ospedale di Montecatone di Imola, una struttura specializzata nella riabilitazione di pazienti con esiti di gravi lesioni spinali e cerebrali. Il primo giugno 2006, come molti ricorderanno, ci fu l’inaugurazione solenne dell’Adorazione Eucaristica Perpetua, un’iniziativa di particolare rilievo, che costituì una vera novità sia per la Diocesi sia per la città di Ascoli. In questi sette anni, ogni giorno, 24 ore su 24, trecentosessantacinque giorni l’anno, alcune centinaia d’adoratori, presenti a turno, hanno garantito la continuità dell’Adorazione Eucaristica Perpetua, trascorrendo un’ora la settimana davanti al Santissimo Sacramento.
“Celebriamo questa eucarestia – ha esordito l’arcivescovo Coccia – per fare memoria di quegli eventi che molto hanno segnato e stanno segnando la vita della comunità cristiana che è in Ascoli. Ricordiamo, infatti, il settimo anniversario dell’inizio dell’esperienza dell’adorazione perpetua. Un’esperienza molto forte, la quale invita tutti noi ad avere un rapporto privilegiato con l’eucaristia, nella preghiera e nella contemplazione. In questa circostanza, ricordiamo anche chi ha voluto questa esperienza, il vescovo Montevecchi, che accompagniamo con sentimento e gratitudine, ma anche con la preghiera perché superi questi momenti difficili che sta vivendo”. Al rito religioso erano presenti le autorità civili, i rappresentanti del Sovrano Militare Ordine di Malta, l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, la Confraternita del Santissimo Sacramento, gli adoratori, amici ed ex allievi dell’alto prelato e tantissimi fedeli.
Roberto Cestarelli